Trichet ce lo spieghi
Di
Carlo Pelanda (4-8-2007)
Per chi ha
contratto un mutuo a tasso variabile l’aumento del costo del denaro (dal 2,75%
al 3%) deciso dalla Banca centrale europea di Francoforte, presieduta da Jean Trichet, è una vera e
propria stangata. Centinaia di euro in più all’anno
per una famiglia del ceto medio. E non è finita. La Bce
è orientata ad alzare ulteriormente i tassi se verranno
confermate le previsioni che indicano un rialzo dell’inflazione. In tal caso avremo
un impatto sostanziale sui consumi – data la vastità del ricorso al mutuo in
Italia - ed un aumento pesante del costo annuo (interessi) del debito pubblico.
Se ci fossero motivi tecnici urgenti dovremmo
accettare il salasso come male minore. Ma, qui il
punto, tali motivi non sono evidenti. Quindi Trichet deve spiegarli.
Ma ancor
prima a Francoforte devono dare spiegazioni al Fondo monetario internazionale
che ha emesso
una dichiarazione durissima contro la
Bce: “ la invitiamo ad una maggiore
cautela”. Che, tradotto dal diplomatichese,
significa: o siete matti o incompetenti. E
qualche ragione per tale durezza c’è. Il rialzo dei tassi dell’euro ne alza il valore di cambio sul dollaro. Questo tende al
basso già di suo indebolito dall’enorme deficit commerciale statunitense. Se si
spinge ancora più giù il biglietto verde, alla fine, tale deficit verrà riequlibrato
perchè vi saranno meno importazioni. Ma al prezzo di una
recessione pesante di tutti i Paesi esportatori. La dottrina corrente di
“governance globale” mette
sì in priorità la riduzione del deficit commerciale americano perché
destabilizzante, ma non con il metodo di far crollare il dollaro e causare una
recessione mondiale, gravissima in Germania ed Italia perché Paesi più
dipendenti dall’export. In sintesi, il comportamento della Bce
sta alzando il rischio di crisi nel sistema globale,
deprimendo l’export europeo e causando un danno triplo all’Italia: appunto,
meno export, più peso del debito e mutui salassanti. E la Bce
sta facendo così perché vede un pericolo di inflazione. Questo, in effetti,
c’è, ma ancora remoto (18 mesi teorici) e non attuale o incombente.
Soprattutto, l’inflazione in Europa, diversamente dall’America, non è
facilmente contenibile con la politica monetaria perché dipende da fattori che
sfuggono all’influenza di questa: mancanza di concorrenza, protezionismo, ecc.
Quindi il beneficio del rialzo dei tassi per contenere l’inflazione è minore
del danno provocato. L’unica componente
di inflazione sensibile ai tassi è quella energetica. Alzo il cambio dell’euro
e l’aumento del prezzo del petrolio in dollari avrà un impatto minore. Ma vuole
Trichet mandare in malora il globo, la crescita
europea e la nostra povera Italia per evitare un pelino
di inflazione in più? Probabilmente Trichet è allarmato dall’aumento di offerta di moneta in Europa, cioè
del credito al consumo e dei mutui che alimentino la bolla immobiliare. Siamo
tutti d’accordo che bisogna limitare tale fenomeno. Ma
regolando le banche affinché stringano i cordoni del credito in tale settore e non
alzando i tassi perché sarebbe come usare la bomba atomica per uccidere un topo.
La Bce
ha scelto l’opzione nucleare. Certamente io posso
sbagliare analisi e non avere tutti i dati della Bce.
Ma il Fondo monetario i dati li ha buoni ed aggiornati
e si è infuriato con Trichet. Nell’ultimo libro di
Mario Baldassarri, ex viceministro
dell’economia, si trova che la politica della Bce costa almeno due punti di Pil
potenziali all’eurozona oltre ad altri danni. In particolare,
molte famiglie sono strangolate oggi e domani perché c’è un rischio di inflazione forse dopodomani. Trichet
può infischiarsene di quello che scrivo io o altri ricercatori, ma non può
fregarsene di milioni di italiani che pretendono di
sapere esattamente perché dovranno pagare più interessi. A questi io dico, pur con
l’umiltà dell’ipotesi, che la Bce produce danni gravi ed inutili e che
andrebbe rivisto il suo statuto e cambiato il personale che la dirige. Provi Trichet a convincerli del contrario.
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