Il Professore irresponsabile
Di Carlo Pelanda (11-9-2006)
Alla fortuna di Prodi corrisponde la sfortuna dell’Italia. Nel 1996 vinse le elezioni con la proposta che non bisognava cambiare niente. E così fece proprio nel momento in cui il globobang imponeva di cambiare tutto. Fino al 2000 l’economia italiana fu trainata dal boom globale, ma cumulando tali inefficienze per ritardo di adeguamento da farla cadere allo stesso tempo in una crisi competitiva strutturale. Che, per inciso, poi tagliò le gambe al governo Berlusconi lasciandogli un sistema disastrato. Ora la storia si ripete. Nel 2006 l’economia italiana è trainata da quella prorompente di Cina, India e Stati Uniti. Prodi ha la possibilità di usare questa fortunata contingenza per sostenere che la realtà non imponga rigore ed efficienza e così soddisfare le richieste irrealistiche della sinistra idealista per restare in sella. Ma se ciò accadrà l’Italia perderà nuovamente il treno e forse deraglierà con danni all’intero sistema europeo. Per evitarlo dobbiamo, intanto, capire bene questo punto.
Prodi spera
che la crescita robusta duri anche nel 2007 per giustificare la non necessità
di difficili riforme. Ma i dati mostrano che: (a) il traino della crescita globale potrebbe essere minore a causa di una possibile
recessione americana; (b) l’aumento dei tassi dell’euro ne terrà alto il cambio
penalizzando le esportazioni; (c) e aumenterà la spesa per ripagare il debito
pubblico nonché quella delle famiglie per i mutui, ambedue fattori recessivi.
In sintesi, non ci sarà lo scenario che Prodi vorrebbe.
Infatti Draghi ha dichiarato sia che la crescita non è
ancora consolidata sia che il pericolo di inflazione è elevato, cioè che non si
può sperare nell’ interruzione del rialzo dei tassi da parte della Bce. Quindi il governo italiano dovrebbe cogliere
l’opportunità del “buon