La biorivoluzione sta imparando a gestire il consenso
Di Carlo Pelanda (24-5-2010)
Dal 1998 questa
rubrica tenta di scenarizzare l’età della biocibernazione – generazione artificiale di sistemi viventi - cercando i
modi per evitare che inaridisca per dissenso o esca dagli argini per
irresponsabilità. In 12 anni ha suggerito, qui e altrove in diverse lingue, i
seguenti criteri: (a) alla scienza, evitare il conflitto tra tecnica e morale
adattando lo sviluppo della prima al senso comune corrente, per evitarne il definanziamento, e confidare sul fatto che poi la morale
seguirà la tecnica quando ne saranno evidenti i vantaggi; (b) ai governi
dell’occidente, limitare le regolazioni prudenziali all’essenziale per evitare
che la bioricerca si trasferisca dalle nazioni
democratiche a quelle autoritarie creando sia uno svantaggio competitivo sia il
rischio, per mancanza di istituzioni di controllo, di catastrofi; (c) ai futurizzanti, prevedere lo spostamento nello spazio
extraterrestre delle sperimentazioni più biodiscontinue,
quali gli habitat a totale ecologia artificiale e la speciazione esoantropica e post-umana, sia perché l’ecologia terrestre
limitata non potrebbe sostenere biosistemi illimitati sia perché non vi sarebbe
consenso; (d) mai scontrarsi con la Chiesa cattolica perché è un alleato
potenziale legittimante per l’artificializzazione: il
suo credo trasferisce all’Uomo il potere divino di creare e la responsabilità
tutrice, quindi trasformativa, nei confronti della natura. L’annuncio del primo
esempio di creazione artificiale di una cellula
è un’occasione per valutare la
logica di queste raccomandazioni.
La prudenza ha
ispirato l’annuncio di J. Craig Venter: saranno
create cellule utili per l’energia e per vaccini meglio mirati, punto. I media,
invece, lo hanno spettacolarizzato, estendendone i significati in modo
ansiogeno. Ciò ha costretto la politica, Obama, a
dare priorità alle rassicurazioni portandolo ad una figuraccia oscurantista: la
reazione ad una scoperta eccezionale è stata che bisogna regolarla. Illuminata,
invece, è stata quella della Chiesa. In conclusione, sembra che: (1) i futurizzanti abbiano imparato a comunicare, diversamente da
qualche anno fa; (2) bisognerà despettacolizzare le
questioni della vita rendendo pensiero normale che possa essere artificializzata; (3) se non si sfida la Chiesa mettendo in
dubbio la natura divina dell’Uomo questa tende a sostenere il progresso. Le
raccomandazioni fatte nel passato appaiono consistenti. Pertanto la rubrica
userà la stessa logica bilanciata per produrne di nuove nella difficile materia
della brevettazione dei risultati della biologia
sintetica, precursore essenziale per il loro finanziamento.
Carlo Pelanda