Per
aiutare la detassazione in Europa la
Bce dovrà cambiare statuto (ed assumere Greenspan)
Di
Carlo Pelanda (24-8-2005)
Parecchi
analisti si aspettano, prima o poi, una discontinuità
nell’eurozona perché non è possibile che i paesi che ne
formano circa il 75% del Pil – Francia, Germania ed Italia –
possano continuare con un modello economico fallimentare. L’unico modo
per sbloccarlo è quello di ridurre tasse e pesi dello statalismo
esagerato, cause prime del problema. Infatti si
ritiene certa una detassazione generale in Europa entro il prossimo decennio.
Lo scossone, probabilmente, inizierà in Germania. Lì è
più vistoso il collasso del modello statalista, più di cinque
milioni di disoccupati. E vi saranno le elezioni a metà settembre che la Cdu-Csu
è proiettata a vincere con un programma di forte detassazione. Non necessariamente
Angela Merkel riuscirà a realizzarlo in tempi
brevi, ma comunque farà qualcosa che avvierà il terremoto. Anche
perché, diversamente dall’Italia, il suo debito storico, pur in
aumento, non è eccessivo. Quindi potrà ricorrere a deficit
stimolativi di dimensioni tali da sostenere abbattimenti fiscali molto
sostanziosi. Se lo farà o solo annuncerà, la Francia dovrà
seguire per non lasciare a Berlino un vantaggio competitivo così forte.
Ma nessun governo vorrà rischiare una rivoluzione tagliando troppa spesa
pubblica per bilanciare le minori tasse. Quindi si prevede un picco di deficit
oltre il 3% per parecchi anni in Francia e Germania, cosa che porterà
l’indebitamento europeo alle stelle. L’euro andrà in bilico
tra movimenti di capitale che lo alzano - per esempio Stati che lo mettono
nelle riserve di valuta ed investitori che scontano una maggiore crescita
europea grazie alla detassazione stimolativa - ed un mercato che ne rileva la
minore affidabilità prospettica e lo vende. Nella combinazione si
alzerà il dollaro. Ciò aumenterà l’inflazione
importata (energia) amplificando quella indotta dalla riforma fiscale in
deficit. In tale scenario di macrosquilibrio finanziario la Commissione europea,
custode dei parametri di stabilità, sarà irrilevante, ma la Bce no. Se seguirà il
suo statuto e i criteri finora esibiti alzerà troppo i tassi,
così uccidendo la stimolazione e rischiando la rivolta contro
l’euro da parte degli Stati forti. Ma se non lo farà
violerà il mandato scritto da chi – cultura Bundesbank - escludeva
il caso di stimolazioni in deficit. In ogni caso perderà
credibilità: comma 22. Per evitarlo bisognerà, semplicemente,
riscrivere la missione della Bce togliendo il vincolo dell’inflazione
rigidamente programmata e rendendola capace di aiutare le politiche espansive.
Come la Federal
Reserve. Se Trichet
non sa come fare assuma Greenspan che andrà in
pensione nel 2006.
Carlo Pelanda