Nuovi sport a formula libera potranno accelerare la rivoluzione tecnologica di massa
Di Carlo Pelanda (22-6-2005)
Molti nuovi
brevetti e prodotti tecnologici, nel mercato globale, sono pronti a passare
dalla fase di ideazione a quella di sviluppo. Ma manca qualcosa che stimoli la
domanda. Alcuni think tank sono al lavoro per
risolvere questo problema di lentezza della rivoluzione tecnologica. Che
è causato, principalmente, da gestioni industriali condizionate da fondi
finanziari e/o da manager burocratizzati che vogliono massimo profitto e minimo
rischio, cioè lo sfruttamento di prodotti maturi fino a che possibile
senza troppe avventure. Per smuoverli non basta la sola concorrenza. Questa
alimenta l’evoluzione di prodotti già esistenti, ma non
necessariamente spinge la creazione di veramente nuovi. Per esempio, innova
continuamente l’auto, ma difficilmente crea quella che vola. Quale leva,
allora, può generare la domanda di novità assolute? In generale,
la creazione di attività che le mostrino e poi inducano un nuovo bisogno
nei consumatori. In particolare, escludendo acceleratori tecnologici quali la
guerra, le emergenze, ecc., una tra le più promettenti di queste
è lo sport,
perché luogo sia di sperimentazione tecnica sia di
comunicazione immediata di massa che crea moda, finanziabile da spettatori e
pubblicità. Quali nuovi sport sarebbero utili all’accelerazione
del next? Secondo questa rubrica quelli di
“Formula free”, intesi come competizioni senza regole, a parte il
non danneggiare campo di gara e concorrenti, dove la vittoria è data
dalla migliore tecnologia. Esempi. I cento metri corsi da atleti che indossano
esoscheletri di potenziamento: due secondi contro i nove e rotti naturali, poi
sul mercato di massa come coadiutori e supercalzature gambali per le
passeggiate.