SOCIOBIOLOGIA CIBERNETICA

Introduzione generale

Il mondo è strutturato sulla base dell’ evoluzione darwiniana, a sua volta basata sul concetto di “caso e necessità” (vedi J. Monod(1)), il caso inteso come variazione, appunto casuale, del corredo genetico e la necessità intesa come necessità di  adattamento all’ambiente. Sul “caso” non si può agire (o meglio, non si può ancora agire ma lo si potrà con tecniche genetiche in un breve futuro) mentre lo si può fare sulla “necessità”, ovverossia sull’adattamento all’ambiente che presuppone delle azioni che comportino un utilizzo di energia esterna per mantenere in vita l’unità funzionale vivente. E’ proprio questa ricerca di sopravvivenza energetica che porta sia la lotta intraspecie sia la lotta interna ad una specie.
Alla base di tutto vi è il secondo principio della termodinamica; infatti, una sua formulazione semplificata, di tipo biologico, ci dice che un organismo ha bisogno di energia per sopravvivere. Infatti, in assenza di tale energia la struttura comincerà ad aumentare l’entropia interna che porta all’equilibrio termico e cioè alla fine dell’organismo.
Questa è la strategia del “geni” (v. R. Dawkins(2)).
Certamente la società umana organizzata è intervenuta a livello memetico per cambiare le “regole del gioco”, cioè dandosi delle “regole”, tradotte in leggi che limitano lo “stato di natura” del “tutti contro tutti”.Questo permette di massimizzare la speranza e la qualità di vita dei singoli membri. Tuttavia, non dobbiamo dimenticarci, che ad una incredibile evoluzione di tipo memetico, cioè evoluzione delle idee, non ha fatto da contraltare una evoluzione di tipo genetico, cioè fisico, nel senso che il corpo fisico di animali ed umani ha ancora bisogno di energia dall’esterno (e sempre lo avrà) e per ottenerla il modo più semplice che ha è quello appunto di aggredire e predare gli altri organismi. Un modo più complesso invece è quello di programmare le risorse e distribuirle socialmente ed è quello che la specie “homo sapiens” ma anche alcuni altri animali tentano di fare.
In questa ottica sarebbe interessante studiare quel la che potremmo definire una  “sociologia cibernetica” di una eventuale società di macchine.
La sfida potrebbe essere quella di una società regolata in modo che ogni membro abbia, in media, più energia a disposizione che fosse da solo. Allora diverrebbe conveniente un certo grado di cooperazione.

Compito di una società evoluta sarebbe quello di trasformare memeticamente la struttura dei rapporti tra individui e nazioni facendo comparire anche il concetto di cooperazione costruttiva ma, ricordandosi sempre (è questo è uno dei punti base del ragionamento) che l’individuo e la società è sempre regolato in massima parte dai geni e quindi conserverà intatti gli istinti

distruttivi che servono a garantire il possesso dell’energia essenziale.
La Teoria dei Giochi(3) ci mostra come, a volte, in certe condizioni, è utile cooperare e quindi anche dal punto di vista sistemico razionale la cooperazione è una scelta razionale che porta vantaggi a tutti;cioè si tratta di una strategia definita “win – win” in cui tutti vincono, ma non sempre è la strategia migliore; lo è, infatti, quando i rapporti tra i membri dell’organismo sociale tendono ad essere costanti e ripetuti nel tempo ed allora la strategia migliore è la cosiddetta “tip for tap” cioè iniziare collaborando e poi far esattamente quello che fa il competitore.
In altri casi, ad esempio un incontro occasionale, la strategia vincente è invece quella puramente utilitaristica. Poiché una società è una struttura complessa basata sui due tipi di rapporti allora anche le relazioni da adottare saranno un misto dei due comportamenti fino a giungere al giusto mix dei due.

   

1 Jaques Monod “Il caso e la necessità” Oscar Mondadori  Milano 1970

 

2 Richard Dawkins, “il gene egoista”, Mondadori, Milano 1994

3 http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dei_giochi
 
Giuseppe Vatinno