Settembre 2009
IL TRANSUMANESIMO E LA SPIRITUALITA’


Verso una “tecnospiritualità”?
di Giuseppe Vatinno

 


La dottrina transumanista (in seguito H+) è una “visione del mondo” che è incentrata su un approccio fondamentalmente laico e razionale alla “realtà”.
Questo significa, basicamente, che il “modo di vedere le cose” dei transumanisti è sostanzialmente laico e non presuppone l’esistenza di un “essere supremo” (utilizzando un termine del periodo illuminista) che ha creato o emanato l’universo e di una relativa “metafisica”.
Parimenti, dal punto di vista morale, pare emergere più una morale di tipo kantiano, cioè sostanzialmente laica, basata su valori condivisi e universali.
Un esempio di tale morale laica è espresso dal primo principio categorico contenuto nell’opera di Kant, “critica della ragion pratica”:
" Agisci in modo che tu possa volere che la massima delle tue azioni divenga universale "
Tuttavia, una certa percentuale di transumanisti si riconosce in insegnamenti “spirituali” in senso lato, una sorta di “tecnospiritualità” che, di fatto, unisce sia la dimensione pragmatica e proattiva (nel senso estropico del termine, come definito dal filosofo Max More); da indagini condotte si individuano, anche in qualche transumanista con ruoli direttivi a livello mondiale, principalmente interessi per la filosofia del buddismo Zen, ma anche degli altri credi religiosi, principalmente induismo e cristianesimo.
La domanda ovvia che si pone a questo punto è: come conciliare questi due aspetti apparentemente contradditori?
La risposta dipende naturalmente dalle sensibilità individuali ma, in generale, potremmo dire che le due visioni non sono così contraddittorie come può sembrare a prima vista e quindi si potrebbe appoggiare una cauta apertura a credenze di tipo “spirituale”.
Infatti, sia dal punto di vista strettamente metafisico e della relativa “morale” che più propriamente “pratico” nel senso di relativoall’azione o “pragma”, possiamo dire che, prendendo come  esempio la dottrina cattolica,l’esistenza di un “quid” che può sopravvivere alla morte fisica non inficia, in linea diprincipio, le aspettative H+, ad esempio, sul “mind uploading”, o sulla criogenia o sulla longevità né viene inficiato, come detto, l’agire nella società.
Potremmo solo notare, a volte ed in certi soggetti, un “rallentamento” della propensione allo sviluppo degli elementi più strettamente “materiali” dell’agire di H+ (perché mediati da una componente metafisica).
Tuttavia, dato che la stragrande maggioranza degli aderenti ad H+ è laica ed atea, anche l’esistenza di questa componente minoritaria al suo interno può essere vista un arricchimento culturale più che un freno allo sviluppo del movimento.
Anzi, dal punto di vista strettamente pragmatico, una apertura alle religioni ed ai movimenti spirituali può rendere più accettabile le idee H+ alla maggioranza della popolazione mondiale.

 



 

Giuseppe Vatinno