CRIONICA

Il sogno di poter vivere eternamente ha sempre affascinato l’umanità fin dai suoi primordi. I miti, le religioni, i romanzi, i film, spesso hanno trattato di questo tema relegandolo, per lo più, nei regni a volte sulfurei a volte algidi della fantascienza sia cinematografica che letteraria.
Tuttavia, il 12 gennaio 1967, a Los Angeles, in California, vi fu il primo caso di un essere umano che venne ibernato in azoto liquido subito dopo la cessazione delle sue funzioni vitali e furono immesse nel suo corpo sostanze proteggenti, in attesa che la tecnologia del futuro potesse un giorno risvegliarlo.
Dunque l’antico sogno dell’umanità è avverato dai progressi scientifici e tecnologici del XXI
Da allora i “pazienti” ibernati si sono moltiplicati in tutto il mondo ma soprattutto negli Stati Uniti ma allo stato dell’arte della tecnologia il punto più delicato sarà il “risveglio” per due ordini di motivi: il primo è, naturalmente, che non abbiamo ancora la cura per tutte le malattie e poi non sappiamo trattare bene i tessuti “scongelati” che potrebbero subire danni irreparabili nell’operazione. Infatti sono stati eseguiti recentemente esperimenti con cani ibernati ma poi il risveglio ha presentato problematiche neurologiche.
 In ogni caso la ricerca va avanti  e la curiosità ci spinge ad indagare il fenomeno in modo più approfondito.
In realtà, il clamoroso evento del 1967 era stato preparato da un humus culturale nato, oltre che nei romanzi di fantascienza, anche da un libro di Robert W. Ettinger dall’eloquente titolo “La prospettiva dell’immortalità” (In Italia, “Ibernazione nuova era”) che ebbe anche un seguito pratico con la Fondazione del Cryonics Institute (Michigan, USA). Tuttavia l’istituto con il più alto numero di iscritti è l’Alcor (Arizona, USA). Da poco esiste anche la CryorRus (Mosca, Federazione Russa) per sospensioni crioniche anche in Europa.
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La tecnica che porta alla crionica prevede di intervenire al più presto possibile sulla struttura biologica da conservare. Il tempo è un fattore assolutamente determinante. Infatti, prima ha inizio il processo di raffreddamento  e più alte sono le possibilità di mantenere intatte le strutture biologiche coinvolte. E’ previsto poi che si agisca con liquidi anticongelanti per evitare danni ai tessuti. Successivamente, grazie all’azoto liquido, si porta la temperature a – 197 gradi centigradi.
Interessante notare come, dal punto di vista della prospettiva di una lunga sopravvivenza fisica, siano due le tecnologie specifiche: una quella della cosiddetta “mind uploading” e cioè del trasferimento della struttura neuronale da un supporto biologico ad un altro artificiale e poi naturalmente, al di là delle formidabili difficoltà tecniche, vi sono anche molte implicazioni in campo legale, etico e sociale che devono essere considerate.
Infatti, in praticamente tutti gli Stati del mondo vi sono leggi assai ristrettive per agire sulla conservazione di strutture biologiche dopo che abbiano cessato la loro funzione vitale. Po,vi sono problemi dovuti alla conservazione dei beni e delle proprietà del soggetto ibernato; dal punto di vista sociale poi occorre pensare a quale potrà essere il posto degli ibernati una volta, eventualmente, risvegliati. Infine, ma non ultimo, il problema etico che è sempre molto sentiti dalla popolazione.

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Giuseppe Vatinno