L'ipotesi che la vita esista solo sulla
Terra é un motivo di espansione e non un limite
di Carlo Pelanda (12-2-2000)
Esostrategia.
Nel 1945 (What is life?) Erwin Schrodinger ci regalò una formula ottimista che
ridusse il pessimismo dovuto alla generalità immodificabile del secondo
principio della termodinamica (Boltzmann). Questo recita che tutto tende al
disordine, cioé a perdere organizzazione nel tempo. Il calore decade verso il
freddo, l'universo ha come destino la morte termica: l'entropia. Che senso ha,
allora, vivere e cercare la vita nel cosmo se questa, alla fine, sparirà? Da
una parte, il secondo principio appariva inesorabilmente vero. Dall'altra, non
spiegava come mai esiste la vita. Schrodinger risolse il problema senza violare
la legge dell' entropia. La vita é un meccanismo capace di estrarre localmente
ordine dalla tendenza generale al disordine. La formula, troppo bella per non
citarla, riscrive il secondo principio così:
- (entropia) = k log (1/D)
Se D é una misura del disordine, il suo
reciproco, 1/D, può essere visto come una misura diretta di ordine (vita). Dal
momento che il logaritmo di 1/D é minore del logaritmo di D, l'entropia con il
segno meno (entropia negativa o neghentropia) é essa stessa una misura di
ordine. Significa che un sistema vive in quanto succhia organizzazione dal
proprio ambiente. Ma vuol dire anche che la vita é un fenomeno locale e
sporadico entro la tendenza generale alla morte. In sintesi, la vita é solo una
possibilità e non una necessità. Tuttavia, applicando questo concetto al cosmo,
possiamo dedurre che certamente "possono esistere" isole di
neghentropia, cioé di vita, nell'oceano entropico. Ma quante? Carl Sagan e
Frank Drake hanno elaborato un modello ottimistico che le ritiene molto frequenti.
E, su questa base, si assume che vi siano milioni di forme di vita e di civiltà
tra i miliardi di galassie. Ma Peter Ward e Donald Brownlee hanno da poco
lanciato una bomba entropica su questo ottimismo neghentropico. Nel libro
"Rare Earth" sostengono - con argomentazioni molto consistenti - che
la vita ha trovato sulla Terra condizioni rarissime, irreperibili nel resto del
cosmo. Pertanto é probabile che questa esista solo qui. Tutto il potenziale di
entropia negativa dell'universo ha trovato solo un luogo dove ha potuto
esprimersi come vita. La visione ottimistica fornitaci da Schrodinger e da
Sagan-Drake viene seriamente compromessa dall'ipotesi "puntuativa" di
Ward-Brownlee. Poiché non contraddice la variante neghentropica del secondo
principio della termodinamica, pur riducendola ad un solo punto,. non possiamo
escluderla. Adesso il problema é decidere con quale teoria guida dobbiamo
guardare al cosmo e trovare i motivi per andarci. Vediamo.
Il modello Sagan-Drake é considerato un
forte stimolatore culturale per
l'esplorazione dello spazio. Gli interessati ritengono che l'idea di trovare
altri esseri viventi crei consenso per le spese dedicate a questa ricerca. E i
dati, in effetti, danno loro ragione. E' questo un buon motivo per combattere,
politicamente, l'ipotesi che la vita esista solo sulla Terra? Dalle reazioni
correnti nel mondo scientifico (e in quello industriale collegato
all'esoeconomia) parrebbe di sì. A me sembra, invece, che l'ipotesi
Ward-Brownlee possa diventare una grande risorsa. Se ci si pensa bene, infatti,
ora abbiamo due buoni motivi, e non solo uno, per andare nel cosmo: alla
curiosità di trovare nostri simili (Sagan-Drake) si potrebbe aggiungere la
missione di diffondere la vita nel cosmo dalla Terra che ne é unico e prezioso
seme. Con questo voglio dire che l'ipotesi Ward-Brownlee contiene un potenziale
stimolativo maggiore dell'altra. L'idea che la vita esista solo da noi ne
amplifica enormemente il valore e potrebbe generare una nuova missione:
l'obbligo di diffonderla dappertutto e, quindi, di dedicare più risorse
economiche all'uscita dal pianeta. Ovviamente la trasformazione del modello
puntuativo in uno stimolatore forte per l'esogenesi richiede che qualcuno operi
come sacerdote della nuova mistica di inseminazione del cosmo. Ma non é
improbabile che ciò possa avvenire quando la società globalizzata avrà esaurito
le motivazioni tradizionali e ne cercherà di nuove. Infatti i dati cominciano
già nel presente a segnalare la domanda di una nuova missione. In questo
possibile scenario l'ipotesi Ward-Brownlee ha un potenziale neghentropico
(generativo, mobilitante, direzionale) enormemente superiore a quella
apparentemente più ottimista di Sagan-Drake. Ma quale delle due é vera? Il
punto é che ambedue sono inconfutabili ed allo stesso tempo consistenti. Tale
situazione di indecidibilità durerà a lungo. Ma é una risorsa e non un
problema. Ci permetterà, appunto, di utilizzare due teorie guida per la
conquista del cosmo, enfatizzando l'una o l'altra a seconda del clima sociale
corrente. In sintesi, é un guadagno. E' divertente notare che un'ipotesi
limitativa del raggio di neghentropia contiene in se un altissimo potenziale,
invece, per espanderla. Così é la vita.