07/09/2005

Per quanto possa valere la mia modesta cultura di uomo della strada, la mia opinione, mi preme dirLe, Caro Professore, che la Sua sempre dotta disquisizione sui temi che tratta sui Suoi articoli, è unica e irripetibile, secondo me. Lei è capace di espressioni, su temi così ostici appunto, come può essere l'economia, che altri non hanno. C'è poco da fare, ed io, concordo pienamente con Lei e con la sua disamina.

Basti pensare che la nostra Italia ha sempre progredito ed eccelso sui mercati, negli anni, con le piccole e medie imprese. Mai con le grandi, che raramente abbiamo avuto, mancandoci le materie prime. Non solo la "chiazza" dell'Emilia è quella che con le sue Grandi imprese, ci ha fatto i danni maggiori, basti pensare alla Parmalat &C. Ma c'è anche un'altra area ben precisa: la "chiazza" del Piemonte e di quell'ultimo Moicano che la conduce. Il Luca Luca Montezemolo di turno.
Ma Le pare possibile che un Paese che si rispetti, come L'Italia appunto, con tutta la prosopopea "Agnellica", passata e presente, sia arrivata al punto di prostituirsi a fronte del parto di una macchinetta da quattro soldi ( facendola pagare a 11 soldi ! ) strombazzando "Eureka" davanti a tutto il mondo, sacrificando il vitello grasso, per il ritorno, appunto, di far vedere la nostra bravura massima, e che il nostro  sviluppo prorompente (quello del Capo Industriali, per intendermi) sia cominciato e finito con la nascita della Grande Punto ?. Si immagina, Professor Pelanda, quante risate si fanno in giro, nelle più grandi case automobilistiche mondiali, sapendo che "Noi", siamo riusciti ad inorgoglirci per così poco ?
L'Italia progredisce "solo ed unicamente nell'industria" se si rimboccano le maniche, come sempre, le piccole e medie aziende. Il resto è "fuffa", mi creda.
Complimenti Dottor Pelanda per il suo dotto scritto e......ad maiora.
 Con la stima di sempre,
 Edoardo, Padova