24/09/2006

Caro Pelanda,

 ho letto il suo ultimo articolo su “il Giornale” del 20 settembre 2006 : “Se il premier tende la mano al demonio” e quello di Renzo Foa, sullo stesso giornale del giorno dopo:”Al professore serve una badante”. L’uno e l’altro mi hanno confortato nel giudizio dato  in una lettera che le avevo inviata qualche giorno fa (il 12 settembre scorso): “Quest’uomo non sa quello che dice e non si rende conto di quello che fa”. Il giudizio mi era poi sembrato troppo severo e quasi mi ero pentito. Non più ora dopo gli ultimi accadimenti (il fatto di Telecom, l’incontro con Ahmadinejad ecc.) e i loro articoli. E’ purtroppo ( per l’Italia!) proprio così. Ora, il nostro - come ben diceva lei -  è del tutto inaffidabile e quindi gli iraniani seguiteranno a ricattarlo e gli alleati a consideralo un utile cretino da sfruttare ai loro scopi.

 Mi domandavo, fra l’altro, come uomini di siffatta pasta, potessero  arrivare nel nostro paese, a sì alte cariche universitarie  e istituzionali.  Improvvisamente la risposta l’ho avuta da quanto è accaduto a me stesso. Da tanti anni io, medico, mi occupavo, di una teoria sull’insorgenza dei tumori. Ho scritto anche decine di lavori, purtroppo su riviste redatte in italiano( che non legge più  nessuno). Quando sono riuscito (chissà per quale strana fortuna) a farne pubblicare uno su una rivista in lingua inglese, mi sono visto arrivare molte richieste di estratti (da istituti di una certa notorietà) e perfino la richiesta di iscrivermi alla “american association for the advancement of science”. E’ vero che questo invito è rivolto a tutti quelli che hanno fatto pubblicazioni in riviste di cancerologia, insieme all’invito ad abbonarsi alla rivista  “Science”,……però…

Poi non sono riuscito a farne pubblicare più anche se a me sembravano molto più importanti del primo. Le ragioni addotte dagli istituti a cui avevo mandato le mie “teorie” mi sono sembrate inconsistenti o…peggio ancora, i refeers non avevano capito niente. Si avanza e si pubblica a seconda dell’appartenenza a lobby e sotto-lobby e si erano accorti evidentemente che i miei scritti erano fatti da un primario di un ospedale di provincia (italiano!). Il valore dell’individuo non ha importanza,

E’ così che l’attuale presidente del consiglio è arrivato.

Io, ormai fuori dalla mischia (sono in pensione) mi sono fatto(povero illuso!) un sito su internet.  Lo consideravo una specie di dovere. Speravo che qualcuno lo visitasse e potesse trovare ancora giovamento dalle mie teorie. Ma nessuno finora lo ha visitato. Eppure, penso che ancora oggi le mie idee potrebbero interessare a qualcuno: parlavo già trent’anni fa di eventi che oggi si ripropongono con le cellule staminali e di meccanismi cellulari che finora nessuno ha preso in considerazione  Ma nessuno ha capito.

Il sito è: mariosebastiani.it

Distinti saluti

Mario Sebastiani

12/09/2006

Caro Pelanda,

 

ho letto su il Giornale del 11- 9 -06 il suo articolo di fondo:”il Professore irresponsabile” . Sono perfettamente d’accordo:

-Alla fortuna del professore corrisponde la sfortuna dell’Italia:

-non ha fatto niente, proponendo appunto di non fare niente, quando alla direzione del governo nel 1996, tutto, visto i grandi cambiamenti portati dalla globalizzione, suggeriva di accedere a nuove strategie.

 -Si lascerà sfuggire le odierne occasioni date dalla grande crescita economica di America, Cina ed India.

-Spera in cose, quale la persistenza della crescita del pil europeo e in specie italiano, cosa che potrebbe non avverarsi.

-Si affiderà a tecniche di crescita economica aderendo  alle strategie di Visco (da sempre fallimentari).

Ma, se me lo consente io vorrei aggiungere qualcosa di mio. Sono vecchio e da tempo sono stato colpito dall’agire di Prodi. Il primo episodio fu quello della seduta spiritica in  cui si evocavano, per scoprire il nascondiglio dove era tenuto Aldo Moro, le anime di La Pira e don Sturzo. Ne uscì un nome: Gradoli. Solo che non era un lago, ma una nota via di Roma. Anche un bambino avrebbe capito che Prodi “sapeva”, probabilmente informato da qualcuno delle brigate rosse o dintorni. Ma Prodi più che alla verità e alla salvezza di Moro, teneva coraggiosamente alla sua incolumità e alla colla che gli legava il sedere alla poltrona.

Poi vennero  gli episodi dell’IRI ,  della Cirio e di Telecom Serbia. Lo nominai in cuor mio “l’ufficiale liquidatore a basso prezzo” .

Eppure le confesso che nei riguardi del nostro, l’impressione peggiore l’ho avuta ora, da quando è ridiventato presidente del consiglio:

Quest’uomo non sa quello che dice e non si rende conto di quello che fa. Vedi gli episodi  del colloquio( narrato mentre era all’ultimo G 8) con Amhadinejat in cui chiedeva all’iraniano di essere mediatore fra la Palestina e Israele; la gaffe della assicurazione da parte della Siria del controllo al confine col Libano, del traffico delle armi da parte di soldati non in divisa e soprattutto l’adesione acritica e spassionata, alla missione dei soldati italiani nel Libano. (Speriamo che, visti i presupposti, non si risolva in una catastrofe).

Il continuo farfugliare mentre parla, e il continuo far ricorso alle parole “grande” e “forte” quando si tratta delle sue azioni governative. Pare che non conosca altri aggettivi.

La lentezza dell’eloquio unita ad una banalità spesso esasperante.

Ne chiedo perdono, ma a me sembra un uomo che non riesce a collegare il pensiero con la parola. Un “minus abens” insomma.

Ma com’è che in Italia uomini siffatti possano accedere alle massime cariche universitarie e di governo? Mi sbaglio io o l’Italia, dopo decenni di governo di centrosinistra(perché questa è la realtà: dal 1961 cioè Moro e Fanfani) ha la mente ottusa? La sinistra ha tanti uomini validi; perché proprio Prodi? Quale immane malefico pastrocchio v’è sotto?

 

Cordiali saluti

Mario Sebastiani