Gent.mo prof. Pelanda,
Spett.le redazione del sito,
da appassionato della materia, invio una breve analisi geopolitica sulla
presenza italiana in Libano.
Ecco come la vedo io: l'Italia è stata trascinata ed è caduta in una
vera e
propria trappola, abilmente sviluppata da Israele e, probabilmente anche
dal
governo libanese.
La situazione precedente all'intervento israeliano in Libano era quella
degli ezbollah che quotidianamente lanciavano razzi sul nord di Israele,
un
problema non da poco, tenendo conto soprattutto della fornitura di armi
agli
stessi ezbollah da parte dell'Iran. Israele aveva probabilmente anche
avuto
sentore di un salto di qualità di tali razzi, poi dimostrato dal fatto
che
questi sono stati lanciati fino ad Haifa dove, per l'appunto non erano
mai
arrivati prima.
Dunque Israele attacca il Libano meridionale, ovviamente solo per
eliminare
il pericolo ezbollah e non certo per annettersi quall'area. Il piano è
semplice, Israele sa che riceverà fortissime critiche da una buona
parte
dell'opinione pubblica europea, soprattutto se ci saranno dei morti
civili
(e si ha la pressochè certezze che ci saranno). Come previsto,
soprattutto
una certa parte dell'opinione pubblica, grida agli isaraeliani
assassini.
Ma Israele ha previsto anche la reazione delle istituzioni di alcuni
Paesi,
tra cui certamente l'Italia. A quel punto, approfittando delle critiche
che
riceve dal governo italiano (ripeto previste, con parte dell'elettorato
oltranzizsta dell'unione che lo chiedeva e con la necessità di
offuscare i
partiti più radicali della coalizione c'erano davvero pochi dubbi sulle
reazioni ufficiali italiane) lancia un'"improvvisa" proposta
di una mini
conferenza di pace, indovinate un pò, a Roma. A quel punto il governo
di
centro sinistra che deve necessariamente dimostrarsi pacifista e diverso
rispetto al precedente governo Berlusconi, senza pensarci un secondo,
accetta, anche considerando che, nonostante le critiche pretestuose,
riconosce certamente l'ottimo lavoro di Berlusconi in politica estera e
sa
di dover recuperare. Non può credere all'insperata opportunità di
visibilità
concessa dagli israeliani, è troppo bello e tutto gratis (così
pensano). A
quel punto interviene anche il governo libanese affermando che
dell'Italia
si fidano pienamente.
Prodi e d'Alema felici per le belle prestazioni internazionali cadono
nella
rete senza rendersi conto del prossimo incastro.
Ebbene alla mini conferenza di Roma, le parti in causa (sia quelle
presente
effettivamente che quelle presenti in modo indiretto) lanciano la
presenza
di truppe dell'Onu, chiedendo esprassamente quelle italiane.
A quel punto la trappola è chiusa, d'Alema si accorge probabilmente
dell'incastro ma, dopo aver criticato l'uso eccessivo della forza da
parte
degli israeliani, non può tirarsi indietro chiamato come pacificatore.
Anche Ezbollah è stretta nell'angolo non potendo rifiutare le truppe
Onu,
per due motivi, il primo di immagine, un eventuale rifiuto li
disegnerebbe
agli occhi del mondo inequivocabilmente solo come terroristi, il secondo
immediato, dovuto al fatto che le stanno prendendo di brutto dagli
israeliani e necessitano anche loro di tirare il fiato.
Morale finale, chi ci ha guadagnato?
Soprattutto Israele che, con un colpo di teatro, ha messo fuori gioco
(non
sappiamo per quanto ma comunque per un pò di tempo) Ezbollah che
ovviamente
non può più, quanto meno in una fase iniziale, lanciare razzi con le
truppe
Onu tra i piedi.
Ne ha guadagnato poi il governo libanese ben felice di indebolire uno
Stato
nello Stato che solo guai crea al popolo e al governo libanese. Il
Libano
non ha infatti problemi di confine con Israele e gli unici contrasti
sono
causati da ezbollah.
Chi ci ha rimesso? Ezbollah, certamente, per i motivi di cui sopra.
E l'Italia?
Certamente anche l'Italia, per una missione inutile dal punto di vista
delle
nazioni unite e utile solo a Israele e Libano. Non ci vorrà molto a che
ezbollah non potrà più tollerare questa presenza. Ezbollah non può
infatti
essere disarmata perchè i nostri ragazzi non possono farlo, così
dicono le
regole d'ingaggio.
E' probabile che, per far capire agli italiani, quando arriverà il
momento,
che è ora di tornare a casa, quei signori non avranno problemi a
progettare
attentati contro le nostre truppe.
Ma ancora meglio, potrebbero essere tentati di colpire direttamente il
nostro Paese come chiaro segnale che è ora di fare le valigie.
Morale conclusiva, Italia ingannata e pesantemente esposta, Israele e
Libano
che indeboliscono ezbollah, ezbollah e i suoi alleati infuriati di non
potesri muovere, non ci vorrà molto che al quaeda proponga un aiuto
estemporaneo a quei signori.
Che ne pensa della mia lettura dei fatti?
Cordiali saluti,
Lorenzo Socci
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