18/09/06

Gent.mo prof. Pelanda

che dire del discorso del papa a Ratisbona?  Voce dal sen sfuggita, mai più ritornerà! Oppure, parafrasando Marco Antonio del Giulio Cesare shakespaeriano: <<Furia, sei scatenata, segui il tuo corso>>.  A questo punto non interessa più sapere se papa Benedetto XVI ha meditatamente voluto lanciare un sasso nello stagno o ha peccato di leggerezza. Chi è credente può anche scorgere nell’accaduto un segno della provvidenza. Quel che importa, adesso, è che non si può tornare indietro. Il papa si è già esposto abbastanza nel  dichiararsi rammaricato e nel disconoscere la citazione micidiale dell’imperatore bizantino (in realtà, sia detto fra noi,  tale citazione ha costituito la premessa imprescindibile  del suo ragionamento).  Guai, se il papa mercoledì prossimo perseverasse in un mea culpa che credo, nessun cittadino del mondo occidentale, che non fosse in mala fede o pregiudizialmente filoislamico,  gli perdonerebbe. Ho l’impressione che dopo l’11 settembre e le due guerre mosse dall’America questa sia un’altra deflagrazione di portata mondiale, e forse dalle conseguenze inimmaginabili. Il papa non è un semplice ministro di un semplice governo che possa smentirsi a cuor leggero e in una questione così fondamentale. Il popolo cristiano (dei praticanti, dei medi praticanti, dei semplici credenti e perfino dei non credenti –  chi si è educato nei paesi occidentali non può non  sentirsi cristiano -) è in subbuglio, ed è pervaso da uno scatto di vero orgoglio. Che farà ora il papa? Che succederà? Questo solo Dio lo sa. L’unica cosa che credo di sapere è che il nostro rapporto con l’islam  non potrà essere più così ipocrita e cedevole come  è stato fino ad ora.

Donato Antonio