20/11/2006

Roma  20-11-06

Caro prof.  Pelanda,

 

anche oggi ho letto il suo articolo su “Il Giornale”: non svendete il paese. Che termina con le parole”Presidente torni in Italia” Questa volta non sono molto d’accordo. Cinque senatori a vita. Formalmente a posto e col diritto di voto. Lo prevede la Costituzione. Lei ci ricorda i meriti di alcuni di loro, classificandoli come grandi politici che seppero, con le loro idee e il loro governo, tenere l’Italia nel mondo occidentale e nello stesso tempo unita e cara all’altra sponda del Mediterraneo.

Ma è proprio cosi?. Io, forse perché più vecchio e un po’ rincitrullito mi ricordo altre cose.

L’Italia rimase legata all’occidente per gli accordi di Yalta, mentre, nell’epoca degasperiana  e seguente, non seppero cogliere, da scadenti politici, quello che era veramente l’URSS. Andreotti, Scalfaro, Cossiga, non erano gli stessi che mentre un impero andava crollando per implosione loro erano ancora invischiati nelle vecchie diatribe morotee come le convergenze parallele, la strategia dell’attenzione e il compromesso storico? Erano sagaci e previdenti? Anche quando, loro regnanti, si è accumulato l’enorme debito pubblico? O erano soggetti legati soprattutto al proprio particulare, (per dirla con Guicciardini)?. Di Levi Montalcini ho letto(oltre che l’autobiografia) l’articolo più famoso forse per il suo premio Nobel: “Nerve Grovth Factor”, sulla rivista bimensile “Advance in cancer researches” del mese di Aprile 1977(se ben ricordo a memoria) Lo ammirai molto. E ne gioii veramente quando vidi che il nome in calce era italiano. Ma il fattore di crescita dei nervi non è politica.. Questa potrebbe farla addirittura meglio Calderoli. Intendiamoci: io non disprezzo né ho mai disprezzato i senatori suddetti. Anzi per alcuni ho avuto sincera ammirazione. La loro azione è formalmente e istituzionalmente corretta. Ma sono quattro o cinque che col loro voto “governano” un paese. Hanno finalmente realizzato il sogno di sempre. Una oligarchia di cinque dittatorelli che sotto mentite spoglie, condiziona un intero parlamento. Se fossero veramente intelligenti non potrebbero trovare loro una dignitosa formula per non farlo (per es. astenendosi) e magari per evolvere il loro stipendio e le spese per le loro scorte a qualche centinaio di poveri cristi? Ma per fare questo dovrebbero stimare molto gli italiani e non considerali in massa poveri imbecilli. E quindi, caro prof Pelanda  trasformerei la frase del suo fine articolo in questa esortazione: “Presidente….un poco di dignità”

Devotissimo

 

Mario Sebastiani