09/11/2006

A proposito della pena di morte, Le unisco una mia notarella.
Sulla Pena Capitale, pro

Molti si ergono contro la pena di morte, con l'argomentazione che con la condanna a morte il filibustiere, il criminale se la cava troppo facilmente. 'Bisogna metterlo alla gogna', 'esporlo all'insulto fisico-morale-verbale per tutta la vita', 'mutilarlo lentamente, inesorabilmente', 'scorticarlo a vita', ecc. ecc. Insomma, bisogna farlo soffrire come si deve, il criminale; bisogna vendicare la sofferenza che ha procurato, con una qualche forma del famoso occhio-per-occhio. Basta ascoltare i discorsi che scorrono attorno a crimini orrendi, quali stupri, pluriomicidii, matricidi, atti terroristici, ecc., per rendersi conto di quanto sia diffuso questo tipo di atteggiamento.

Eppure, secondo diversi sondaggi, pare che il 60 - 70% dei Canadesi [il Canada ha abolito la pena capitale negli anni '70] vorrebbe che la pena capitale fosse reinstaurata. In Inghilterra, dove ha sede il Quartier Generale di Amnesty International, pare che piu' del 60% della popolazione sia favorevole alla pena capitale. In Italia, circa il 50% vorrebbe che fosse reinstaurata; in Francia, la maggioranza e' per la riammissione della pena capitale, abolita nel 1981; il 49% degli svedesi sarebbe favorevole. Quindi sembra che nei 'Paesi industrializzati', la pena capitale sia stata eliminata dai Governi, piuttosto che per esplicita volonta' popolare; e allo stesso modo, nell'Unione Europea pare che sia 'imposta' ai Paesi che ne fanno - e ne faranno -  parte; ma non sia lasciata libera scelta alle comunita' nazionali. Negli USA, 38 Stati prevedono la pena capitale; nel 2002, le esecuzioni sono state 71.
In ogni caso, l'articolo 3 della 'Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo' [UDHR] , "Every one has the right to life, liberty and security of person", non puo' essere interpretato come una dichiarazione contraria alla pena capitale, perche' allora deve anche essere ritenuta contraria a qualsiasi pena detentiva, che ovviamente priva della liberta' personale ['..the right to..liberty']. L'art. 5 della HDHD, "No one should be subjected to cruel or degrading punishment." , puo' essere applicato forse alla pena detentiva, piu' che a quella capitale. Il Beccaria [1738-1794], infatti, nel suo decantato 'Dei Delitti e delle Pene' [C. Beccaria, 1764], dice che: '..la privazione della libertà essendo una pena...' [XIX - Prontezza della Pena] della massima rilevanza, va utilizzata proficuamente per '..impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali.' [XV - Dolcezza delle Pene]. E il Beccaria è contrario alla pena di morte, non tanto perche' la pena capitale violi qualche diritto personale inalienabile, ma soprattutto perche' la privazione della libertà personale [e più è duratura, più è efficace] ha un potere dissuasivo esorbitante; dice infatti:  'Non è l'intensione della pena [la definitiva soluzione che si attua con la pena di morte, appunto] che fa il maggior effetto sull'animo umano, ma l'estensione di essa; perché la nostra sensibilità è piú facilmente e stabilmente mossa da minime ma replicate impressioni che da un forte ma passeggiero movimento. .. Non è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio, ... è il freno piú forte contro i delitti...   Perché una pena sia giusta non deve avere che quei soli gradi d'intensione che bastano a rimuovere gli uomini dai delitti; ora non vi è alcuno che, riflettendovi, scieglier possa la totale e perpetua perdita della propria libertà per quanto avvantaggioso possa essere un delitto: dunque l'intensione della pena di schiavitù perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato;' [XVI - Della Pena di Morte]. Ed insiste, sempre il Beccaria, sulla maggiore crudeltà della prigionia rispetto alla pena capitale: 'Chi dicesse che la schiavitù perpetua è dolorosa quanto la morte, e perciò egualmente crudele, io risponderò che sommando tutti i momenti infelici della schiavitù lo sarà forse anche di piú'. [XVI - Della Pena di Morte].


Anche Stuart Mill [1806-1873] sostiene [J.S.Mill, 1868, "Speech in Favor of Capital Punishment"] che "Non c'e' .. alcuna punizione umana che faccia un' impressione sull'immaginazione cosi' sproporzionata alla sua reale severita', quanto la pena di morte.. Malgrado ispiri piu' terrore, e' meno crudele, a conti fatti, di qualunque punizione possa sostituirla.'

Sua santita' il padreterno [PE], non disdegna ne' l'una pena, ne' l'altra. Dice infatti cose come queste, stando alla Bibbia: 'Non accetterete prezzo di riscatto per la vita di un omicida, reo di morte, perché dovrà essere messo a morte. .. non si potrà fare per il paese alcuna espiazione del sangue che vi sarà stato sparso, se non mediante il sangue di chi l'avrà sparso.' [Numeri 35:31-33]; e ancora: 'Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, ..' [Genesi 6:6]; ed anche: '..E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me' [Luca 19:27]: meglio verificare de visu.
Il sunnominato PE non esita a prescrivere la pena di morte - sempre stando alla Bibbia - come provvisoria conseguenza [giustizia umana, imperfetta, basata sui suoi desiderata] di una decina di inosservanze, per coloro che:
    - non rispettano il divieto di lavorare il sabato,
    - bestemmiano
    - si dedicano ad una divinita' non gradita al PE ufficiale
    - maledicono i genitori
    - propinano botte ai genitori
    - contravvengono ad ordini specifici [e talvolta anche apparentemente futili]
    - compiono un sequestro-rapimento di persona
    - si mettono a fare sesso con animali, maschi o femmine che siano
    - sono proprietari di animali che abbiano provocato la morte di qualcuno
    - che, infine, ammazzano qualcuno.
ESODO
19:10 Il Signore disse a Mosé: ... 12  Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: Guardatevi dal salire sul monte e dal toccare le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte.
20:22 Il Signore disse a Mosé: «Dirai agli Israeliti: ... 21:12  Colui che colpisce un uomo causandone la morte, sarà messo a morte.
21:15  Colui che percuote suo padre o sua madre sarà messo a morte.
21:16  Colui che rapisce un uomo e lo vende, se lo si trova ancora in mano a lui, sarà messo a morte.
21:17  Colui che maledice suo padre o sua madre sarà messo a morte.
22:18  Chiunque si abbrutisce con una bestia sia messo a morte.
22:29  Ma se il bue era solito cozzare con le corna già prima e il padrone era stato avvisato e non lo aveva custodito, se ha causato la morte di un uomo o di una donna, il bue sarà lapidato e anche il suo padrone dev'essere messo a morte.
31:12 Il Signore disse a Mosé: .......Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte.
35:2  Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte.
LEVITICO
20: 1  Il Signore disse ancora a Mosè:  2  «Dirai agli Israeliti: Chiunque tra gli Israeliti o tra i forestieri che soggiornano in Israele darà qualcuno dei suoi figli a Moloch, dovrà essere messo a morte; il popolo del paese lo lapiderà.
20: 9  Chiunque maltratta suo padre o sua madre dovrà essere messo a morte; ... 20:13  Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte;
21:9  Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora suo padre; sarà arsa con il fuoco.
24: 13  Il Signore parlò a Mosè: .......15  Parla agli Israeliti e dì loro:  .... 16  Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte.
24:17  Chi percuote a morte un uomo dovrà essere messo a morte.
24:21  Chi uccide un capo di bestiame lo pagherà; ma chi uccide un uomo sarà messo a morte.
NUMERI
1:48 Il Signore disse a Mosè:  .... 51  Quando la Dimora dovrà partire, i leviti la smonteranno; quando la Dimora dovrà accamparsi in qualche luogo, i leviti la erigeranno; ogni estraneo che si avvicinerà sarà messo a morte.
3:5  Il Signore disse a Mosè: ... 10  Tu stabilirai Aronne e i suoi figli, perché custodiscano le funzioni del loro sacerdozio; l'estraneo che vi si accosterà sarà messo a morte».
15:35 Il Signore disse a Mosè: «Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell'accampamento».
18: 1  Il Signore disse ad Aronne: ... Io vi dò l'esercizio del sacerdozio come un dono; l'estraneo che si accosterà sarà messo a morte».
35:31 Non accetterete prezzo di riscatto per la vita di un omicida, reo di morte, perché dovrà essere messo a morte.
35:33  Non contaminerete il paese dove sarete, perché il sangue contamina il paese; non si potrà fare per il paese alcuna espiazione del sangue che vi sarà stato sparso, se non mediante il sangue di chi l'avrà sparso.
DEUTERONOMIO
13:6  Quanto a quel profeta o a quel sognatore, egli dovrà essere messo a morte, perché ha proposto l'apostasia dal Signore, ...
13:7  Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l'amico che è come te stesso, t'istighi  in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, ... 10 .. devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo;  11  lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio...
17:12  L'uomo che si comporterà con presunzione e non obbedirà al sacerdote che sta là per servire il Signore tuo Dio o al giudice, quell'uomo dovrà morire; così toglierai il male da Israele;
18:20  Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dei, quel profeta dovra' morire.
19:12  gli anziani della sua città lo manderanno a prendere di là e lo consegneranno nelle mani del vendicatore del sangue perché sia messo a morte.
21:18  Se un uomo avrà un figlio testardo e ribelle che non obbedisce alla voce né di suo padre né di sua madre ... 21  Allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno ed egli morirà;
21:22  Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai messo a morte e appeso a un albero, ...
22:22  Quando un uomo verrà colto in fallo con una donna maritata, tutti e due dovranno morire: l'uomo che ha peccato con la donna e la donna. Così toglierai il male da Israele.
22:23  Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, pecca con lei, condurrete tutti e due alla porta di quella città e li lapiderete così che muoiano: ..
22:25   Ma se l'uomo trova per i campi la fanciulla fidanzata e facendole violenza pecca con lei, allora dovrà morire soltanto l'uomo che ha peccato con lei;
24: 7  Quando si troverà un uomo che abbia rapito qualcuno dei suoi fratelli tra gli Israeliti, l'abbia sfruttato come schiavo o l'abbia venduto, quel ladro sarà messo a morte; ...
44: 16  Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato.

Peccato che sia un dio folle e criminale, quello della Bibbia, quello che fa' queste prescrizioni; un dio che ne ha ammazzati di suo almeno un tre milioni circa, mediante sassate, grandinate, serpenti, pestilenze, nonche' colpi di spada e frecciate, di sua propria mano, o tramite angeli e altri suoi 'volenterosi carnefici' [Sacre ignominie]. Ovviamente, la follia del PE non consiste tanto nel prescrivere la pena capitale in se stessa; ma nel prescriverla per 'delitti' che non possono essere considerati veri e propri delitti, in nove casi su dieci; ma eventualmente solo comportamenti anomali per maleducazione, o idiozia, debolezza, o comunque violazioni di certe sue sciocche prescrizioni.
E' vero pero' che la pena di morte prevista dal sullodato PE e' una pena provvisoria, terrestre, una soluzione che vale per l'immediatezza, quasi una norma di buona educazione, di viver civile; un paradigma della giustizia umana, del tipo da lui approvata; mentre per quei tali 'criminali' che vanno ammazzati subito, il PE prevede un suo intervento ben piu' efficace ed esemplare, da somministrare successivamente, del tutto in accordo con l'opinione espressa dal Beccaria; con l'aggravante, che e' una pena di una criminale crudelta', la piu' grande e la piu' infinitamente abominevole e criminale crudelta', visto che consiste in una sofferenza di durata infinita: l'inferno, l'arrostimento senza fine!

DEUTEROMIO32: 22  Un fuoco si è acceso nella mia collera e brucerà fino nella profondità degl 'inferi; divorerà la terra e il suo prodotto e incendierà le radici dei monti.
ISAIA 66:24    Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà,il loro fuoco non si spegnerà  e saranno un abominio per tutti».
SALMI  11:5  Il Signore scruta giusti ed empi, egli odia chi ama la violenza.  6  Farà piovere sugli empi brace, fuoco e zolfo, vento bruciante toccherà loro in sorte;
21:9  La tua mano raggiungerà ogni tuo nemico, la tua destra raggiungerà chiunque ti odia. 10  Ne farai una fornace ardente, nel giorno in cui ti mostrerai: il Signore li consumerà nella sua ira,li divorerà il fuoco.
49:15  Come pecore sono avviati agli  inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà ogni loro parvenza: gli inferi saranno la loro dimora.
2TESSALONICESI 1:9  Costoro saranno castigati con una rovina eterna...
ECCLESIASTE 9:10  Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli  inferi dove stai per andare.
34: 8  Poiché è il giorno della vendetta del Signore, l'anno della retribuzione per l'avversario di Sion.  9  I torrenti di quel paese si cambieranno in pece, la sua polvere in zolfo, la sua terra diventerà pece ardente.  10 Non si spegnerà né di giorno né di notte, sempre salirà il suo fumo; per tutte le generazioni resterà deserta, mai più alcuno vi passerà.
MATTEO    13:42  e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti..
23:41 maledetti, nel fuoco eterno.....23: 46  E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna». .. 25:41... Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, ...
MARCO  9:43  Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nelfuoco inestinguibile.
9:47  dove il loro verme non muore il fuoco non si estingue.
LUCA  16:23  Stando nell'inferno tra i tormenti, ....

Insomma, la detenzione con corredo di bragia, ancorche' senza fine, e' una pena ben maggiore, secondo il PE, di quanto non possa essere la pena capitale.
Ed e' proprio per questa sua caratteristica di insuperabile terribilità, d'altronde, che la pena senza fine è stata prescelta dal PE. Insomma, la infinita potenza della divinita', si manifesta con la somministrazione di una sofferenza di durata infinita; non gia' con una risoluzione immediata e definitiva, come potrebbe essere la privazione dell'esistenza a tutti gli effetti, con la distruzione dell'essenza umana, in qualunque cosa consista. La massima pena concepita dal PE e' l'inferno, invece; la sofferenza che dura nel tempo, che dura un tempo senza fine.

Come si possa includere nelle proprie prospettive l'accettazione, il rispetto per ideologie, religioni che tra l'altro prevedono un'infinita crudelta' di questa portata, mi risulta veramente del tutto inconcepibile; se non da menti malate, ma veramente malate, mentalmente malatissime, geneticamente danneggiate [e c'e' altresi' da sorprendersi che non si impedisca di girare per le strade, a individui che propugnano tali criminali prospettive!]. Altro che 'Nessuno tocchi Caino'! Qui lo si tocca, eccome! Lo si infilza nello spiedo, e via col grill. Mi riesce incomprensibile l'accettazione da parte di cosittante persone 'apparentemente' sane, di dottrine [cristianesimo, islam, ecc.], che ospitano tra le loro pieghe infamita' criminali cosi' gigantesche.
Ma come e' possibile predicare la giustizia, la pace, la comprensione, il perdono, e allo stesso tempo la condanna alla sofferenza eterna di chi ha sbagliato? Magari dopo averlo prima ammazzato come si deve, a sassate!

Ne deriva comunque che l'opinione del PE e di NtC, per quanto concerne la pena capitale, differiscano sostanzialmente, concettualmente, in linea di principio [Bibbia e pena di morte ] e nella pratica [Sacre Igominie , lapidazione ].
Considerato l'enorme squilibrio di autorevolezza a favore del PE, si direbbe che NtC e' dalla parte sbagliata, e con NtC anche qualche consorteria fiancheggiatrice, e soprattutto un buon numero di Codici Penali.
Ammenocche' non ci si venga a dire che il PE voleva scherzare, quando ha fatto quelle ingiunzioni. Ma allora qualcuno dovrebbe spiegare come mai il PE ha voluto scherzare su ben una decina di situazioni almeno, visto che per almeno una quarantina di volte si ripete nella Bibbia, che certi delitti 'debbono' essere puniti con la morte del colpevole [ Bibbia e pena di morte ]; ed anche precisando che dovesse essere una morte somministrata piu' spesso tramite salutare lapidazione .

Il PE, oltre alla pena capitale, prevede altresi' la detenzione a vita, o meglio, l'arrostimento senza fine degli ammazzati. A prima vista sembrerebbe un' inconciliabile contraddizione: prescrive la pena capitale, per coloro che non hanno rispettato la sua legge, come se la pena capitale fosse una pena importante; pero' dopo, prescrive la sofferenza senza fine dell'inferno per gli ammazzati [non per gli ammazzatori; quelli se ne vanno beatamente in paradiso, tramite aerostato]. Quindi, la pena peggiore, quella che dovrebbe avere i migliori titoli dissuasivi, vista la sua durata senza fine, e' minacciata dal PE a chi e' contravvenuto alle prescrizioni, in aggiunta alla pena capitale, privilegio della provvisoria legge 'umana'. Insomma, si direbbe che il PE non creda tanto alla pena di morte come punizione delle malefatte; ma creda piuttosto nella pena detentiva, ancorche' adeguatamente corredata da opportuno arrostimento senza limite di tempo, in pece ardente, zolfo, bragia di carbone, ed ogni altro combustibile idoneo. Sembra quasi che il cerchio si chiuda, convergendo verso gli 'umani' atteggiamenti della gente nei confronti dei peggiori delitti; come si ricordava all'inizio.

Rimane da considerare la posizione sostenuta dal cattolicesimo, da NtC e dal venticinquenne Beccaria.
La posizione del cattolicesimo e' abbastanza chiara. Dichiara infatti [Conferenza Episcopale Italiana che:Le verità divinamente rivelate, che nei libri della Sacra Scrittura sono contenute ed espresse, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo. La Santa Madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa. ...è da ritenersi anche, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità, che Dio per la nostra salvezza volle fosse consegnata nelle Sacre Lettere. Pertanto "ogni scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato a ogni opera buona.[BIBBIA-CEI] Ne deriva direttamente che il cattolicesimo non è contrario alla pena di morte, come è scritto in tutte le lingue nel Catechismo ufficiale [http://www.christusrex.org/www1/catechism/catindex-it.html]:

Art. 2261 La Scrittura precisa la proibizione del quinto comandamento: “Non far morire l'innocente e il giusto” (Es 23,7 ). [ma il colpevole e l’ingiusto, si possono ammazzare!] L'uccisione volontaria di un innocente [ma l’uccisione di un colpevole, è ammessa, dunque] è gravemente contraria alla dignità dell'essere umano, alla “regola d'oro” [cos'è sta regola d'oro? puf!] e alla santità del Creatore. La legge che vieta questo omicidio ha una validità universale: obbliga tutti e ciascuno, sempre e dappertutto.

Art. 2262 Nel Discorso della montagna il Signore richiama il precetto: “Non uccidere” (Mt 5,21 ); vi aggiunge la proibizione dell'ira, dell'odio, della vendetta. [uccidere con calma, è lecito] Ancora di più: Cristo chiede al suo discepolo di porgere l'altra guancia, [Mt 5,22-39 ] di amare i propri nemici [Mt 5,44 ]. Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di rimettere la spada nel fodero [Mt 26,52 ]. [e quando ha preso a frustate i farisei che chiacchieravano beati nel tempio, non era arrabbiatello?]

Art. 2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un'eccezione alla proibizione di uccidere l'innocente, uccisione in cui consiste l'omicidio volontario. “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l'altro è l'uccisione dell'attentatore. . . Il primo soltanto è intenzionale, l'altro è involontario” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].

Art. 2264 L'amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. E' quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale: [dunque chi ammazza per difesa personale, può farlo tranquillamente.]
Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita. . . E non è necessario per la salvezza dell'anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l'uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 64,7]. [insomma, ammazzare per legittima difesa, è lecitissimo]

Art. 2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.

Art. 2267 L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
.....

NtC predica contro la pena capitale, perche' ritiene inaccettabile la privazione della vita, anche se prevista per criminali che si son dati da fare per toglierla a uno o piu' persone; e indubbiamente tale atteggiamento rivela un totale disprezzo per la vita delle vittime: c'e' vita e vita; la vita non "e' uguale per tutti"; e per NtC, quella del criminale e' piu' rispettabile di quella delle vittime, non si sa bene perche'; salvo perche' vi sarebbe un suggerimento biblico in tal senso; e  malgrado, come si e' visto sopra, i suggerimenti biblici siano in realta' in prevalenza assoluta di segno contrario. Ma soprattutto, a NtC evidentemente poco importa, che i criminali usciti di prigione si diano da fare per ammazzare circa 13 mila persone all'anno [nei soli USA]! Le 13 mila vittime annuali innocenti, non vanno difese, secondo NtC; quelle dei criminali [circa 70 esecuzioni all'anno, negli USA], si', che' sono le vite migliori, perdio! Non lo sapevate?

Il Beccaria, e' sulla stessa posizione di NtC, anche se per motivi opposti, almeno apparentemente; il Beccaria propende per la privazione della liberta' personale, non tanto perche' la pena capitale vìoli un diritto personale fondamentale quale e' la vita, ma soprattutto perche' la privazione della libertà personale procura sofferenze maggiori ed ha cosi' un potere dissuasivo assolutamente piu' efficace nello scoraggiare la ripetizione del delitto, o l'esecuzione di delitti da parte di altri. Insomma, l'inferno, come aveva ben appreso dalla sacra [?] Bibbia il Beccaria, e' pur sempre una situazione di massimo potere terrificante, visto che nemmeno il PE era riuscito a prevedere qualcosa di meglio.

In relazione alle pur differenti motivazioni, tutte queste posizioni  [PE, Beccaria, NtC], si direbbero comunque piuttosto abominevoli.

Alle pene che provocano maggiori sofferenze, e' certamente preferibile l'eliminazione immediata dei colpevoli dei massimi delitti, quali sono l'assassinio e la violenza carnale. Meglio la pena capitale, non ci sono dubbi. La comunita' si protegge contro chi ha violato le regole fondamentali della convivenza civile, con l'eliminazione fisica. La pena capitale e' meno violenta, meno infame nei riguardi del reo, gli procura minori sofferenze, e si risolve con rapidità.
Per i delitti minori, debbono essere previste delle pene detentive - e' inevitabile [?] - di durata proporzionale alla gravita' delle violazioni delle leggi.

Una pena rapida e definitiva potrebbe essere prevista anche da quelle tali  "entita' "  che invece prediligono la crudelta' ad infinitum, con l'ausilio del fornello infernale. Insomma, anche la divinita' dovrebbe eliminare in toto il criminale; eliminarlo ad infinitum; per sempre. Nessuna resurrezione. Niente di niente. Piu' nulla. La cancellazione perpetua, definitiva, della persona, dell'essenza della persona che ha compiuto crimini inaccettabili, potrebbe ben costituire una condanna meno infamemente crudele della dannazione 'perpetua', della sofferenza perpetua [ci sia o non ci sia il braciere appositamente predisposto, o altrettanto confortevole sostituto].
Non c'e' moralita', nella dannazione 'a vita', nella dannazione 'perpetua'. C'e' piuttosto 'crudelta' a vita', da parte di chi somministra tale condanna; della legge o saharia che la propugna e sostiene. Non sarebbero, tali "entita' ", da condannare piuttosto ad una forma di pena capitale, quale l'abbandono definitivo delle loro squinternate e infami 'dottrine' ?

Anche Stalin, Hitler e Mao, cercarono di organizzare dei piccoli inferni [talora risparmiando sul combustibile, per motivi economici], quali furono i gulag, i lager e i laogai, in modo da esercitare la schiavizzazione dei loro prigionieri mediante lavori forzati, percosse, privazioni innumerevoli e umiliazioni senza uguali, non necessariamente colpendoli subito a morte, ma prolungando la loro agonia ad infinitum. Così potevano essere d'esempio, esattamente come suggeriva il Beccaria. Ma che sant'uomini, perdio, questi tre seguaci del PE, del Beccaria, e di NtC!

Personalmente ritengo che la crudelta' non possa considerarsi un atteggiamento morale, su questo pianeta; o sbaglio? O sbaglia NtC?
I sostenitori di NtC sono assolutamente allineati con quanto sostiene il Beccaria e il PE: no alla pena di morte; si' alla crudelta'  della carcerazione, anche per tutta la vita - e oltre - piuttosto. Che poi e' il modo peggiore, 'piu' violento', di 'toccare Caino', visto che il modo piu' crudele e malvagio di colpire il colpevole - come sostiene anche il Beccaria - e' proprio quello di infliggergli la reclusione a vita [e oltre, dice il PE]. Si direbbe che tutti coloro che sono contrari alla pena capitale, compreso NtC, coltivino un progetto criminale, piuttosto che un piano morale! O no?

a. casolari
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PS: C'e' il problema dell'errore giudiziario, ovviamente: 'Nessun giudizio umano e' infallibile' [Mill, 1868, citato]. Cio' non toglie che la possibilità di errore giudiziario persista nella stessa misura anche nel caso di pene detentive, non solo 'capitali'; e se la privazione della liberta' personale, rimane la pena della massima crudelta', lo è allo stesso modo in rapporto all'errore giudiziario.
Si dice spesso che tanto la pena capitale non risuscita le vittime; e' vero, ovviamente; ma forse che le pene detentive, a vita o no, invece le resuscitano? Si dice che la pena capitale e' in contraddizione con il principio che la vita e' un bene inalienabile; quindi si contrapporrebbe delitto a delitto. Ma non e' vero. Il delitto e' cosi' chiamato, perche' consiste in una 'violazione di una norma prevista dalla legge'; la pena capitale, quando e' prevista dalla legge, non e' piu' un delitto; non e' piu' un'illegalita'; anzi e' semplicemente l'esercizio della legge a difesa appunto del diritto inalienabile alla vita.
Spero non si intenda applicare anche a questo problema un principio analogo all'insano e funesto Principio di  Precauzione [PP]. Altrimenti si cadrebbe nell'assurdo che nessuna pena - nemmeno quella pena consistente nella temporanea privazione della libertà - dovrebbe essere affibbiata a chicchessia, chè appunto qualunque condanna potrebbe risultare in prosieguo di tempo, un bell'errore giudiziario. Ne' si puo' pretendere dalla Giustizia la perfezione, quando sappiamo che e' impossibile in qualunque attivita' umana, non fare errori.  In tutta una serie di altre circostanze, quali l'utilizzo di automobili, treni, aerei, gas, elettricità, imbecillità spontanea, e una quantita' di dispositivi, accettiamo il rischio che possano verificarsi circostanze tali da mettere in pericolo la nostra vita e l'altrui, quotidianamente, pur di beneficiare dei vantaggi che offrono tali mezzi. Dunque, perche' non dovremmo accettare un rischio analogo, per quanto riguarda l'applicazione della legge, che ci siamo dati per rendere accettabile la vita della comunita'? Certo, la pena capitale non va somministrata senza che vengano applicate, nel corso del processo, una serie supplementare di dispositivi tali che consentano di ridurre al minimo la probabilita' di errore [J.S.Mill, 1868]; ma alla fine, non c'e' alcun motivo serio per non prevederla nei nostri Codici.