16/03/2007

Gentile professore, non ostante il tono ironico (?) delle mie recenti e-mail si tratta di una seria preghiera di voler inaugurare nei Suoi eccellenti scenari di geopolitica delle considerazioni ‘irrituali’ al fianco delle considerazioni più ‘allineate’ ai dati delle statistiche ufficiali.

Mentre infatti tutti i miei più cari amici attivi nelle istituzioni sono obbligati a esporre le proprie considerazioni attenendosi strettamente alla fonte che li stipendia (OCSE, Confindustria, ISTAT, FMI, BMI, etc.) Ella gode del raro privilegio di cui beneficiano gli ‘uomini liberi’ in ogni campo professionale e cioè di poter attingere (o meglio ancora ‘integrare’ con proprie deduzioni pseudo-qualitative) a dati relativi alle componenti ‘sommerse’ dell’economia riuscendo spesso con ciò a fornire preziose indicazioni sulle tendenze in atto al di là di ogni obbedienza al proprio ‘sponsor’.

Soprattutto in piena internazionalizzazione delle economie nazionali. Soprattutto in epoca in cui a tale internazionalizzazione sta dando un crescente contributo il tessuto imprenditoriale delle imprese più piccole e meno partecipi dei meccanismi di finanziamento nazionali. Soprattutto in epoca in cui la ‘libertà di circolazione’ delle persone fisiche fa coincidere sempre più la nascita di autonomi (e non misurabili) canali fiscali, finanziari e professionali capaci di alimentare quel tessuto di imprese. Soprattutto in un’epoca in cui i nuovi canali del turismo di massa (dai più squallidi ai più ‘equi e solidali’) trasferiscono masse di danaro oltre i confini nazionali sottraendo significatività alle ‘grida’ governative di lotta all’evasione o di contrasto di spaccio e di contrabbando dei beni (?) più fantasiosi (dagli strumenti professionali più tecnologicamente avanzati, ai beni protetti da diritti d’autore, all’investimento in fondi mobiliari internazionali, all’investimento in beni immobiliari, agli organi umani, al commercio di schiavi, etc.).

Soprattutto in una simile epoca ad ogni professionista realmente capace e realmente libero da condizionamenti di parte (parlo di Lei) si offre un’occasione come mai in precedenza. Riuscirci a dare una sensazione quantitativa sulla (sicuramente libera) adesione di masse di consumatori e di produttori di piccole dimensioni ai canali ‘illegali’ dell’economia nera sotto le pressioni delle loro insoddisfatte esigenze da parte dei canali ufficiali nei rispettivi Paesi.

Il ‘Re è nudo’ non può essere lasciato solo ai vignettisti giocando sterilmente sui ‘paradossi’ delle scelte del Paese Legale si tratta di un concetto che merita di essere qualificato con sempre maggiore precisione e portato all’attenzione dei produttori e dei consumatori nel Paese Reale. Non tanto perché essi (il vero ‘libero mercato’) debbano modificare le proprie scelte certamente basate sulla responsabilità individuale bensì perché gli ‘scenari geopolitici’ aumentino la loro coerenza con fenomeni di massa e possano loro attribuire un graduale consenso ed adesione consensuale al di la degli stretti e ormai sterili confini nazionali (sterilità segnalata con chiarezza: dal ‘muro USA/Mexico’, dalle migrazioni di fortuna di tutti i popoli della disperazione economica o politica -dagli ispanici agli africani, ai cambogiani, etc.-, dai vettori umani di ovuli di droga –da hostess e piloti a top model).

Caro professore come esseri umani stiamo vivendo un’epoca di rivolgimenti che possono farci piacere o meno ma come intellettuali abbiamo l’opportunità di osservare da veri ‘uomini liberi’ (da politica e da religione – cose che si raccomanda da sempre di tenere con grande saggezza ben al di fuori delle colonne del tempio) la consistenza quantitativa dei fenomeni e la loro consistenza qualitativa sia nei confronti dei regimi ormai abbondantemente obsoleti sia anche nei confronti delle relative mutue compatibilità (ad esempio droga, sesso, gambling, potrebbero essere compatibili con economie socialmente condivise –comprare oppio in Afghanistan avrebbe un senso solo ‘liberalizzando’ totalmente il mercato della commercializzazione - mentre la mancata tutela dei diritti d’autore e dei brevetti industriali può pregiudicare le più solide e vaste forme di cooperazione industriale già in corso).

Sono piccoli, periodici sfoghi tra amici che spero Ella mi consenta benevolmente di formulare sperando di riuscire ad ottenere non tanto una risposta postale quanto una risposta scientifica di chiarimento. Chiarimento potrebbe appagare solo la mia curiosità ma potrebbe aiutare i tanti orbi che compongono le ‘intelligenze più sottili’ a uscire dai loro sterili ghetti politico istituzionali per raccordarsi meglio a ciò che sta accadendo nel mondo reale.

La saluto con deferenza e cordialità

Carlo Vitali