Stim.mo Prof. Pelanda,
Le invio un "breve" commento sul
confronto tra i candidati-premier di ieri sera.
Pare che l'uso, l'abitudine
tipicamente italiana di parlare di politica in "pubblici locali
di ritrovo", cioè i bar, conduca anche il professionista della
politica a conservare anche in altri luoghi i medesimi schemi di
dibattito colà rispettati. A chi non è capitato di assistere,
trovandosi di passaggio per un caffè, sia agli scambi di accuse e
battute tra avventori di fede politica opposta, sia al continuo
andirivieni di uno dei soggetti accusatori/accusati tra l'uscio del
locale (come se stesse per andarsene) ed il tavolo al quale si
trova l'antagonista (come se avesse ancora qualcosa da dire). Dicendo
che anche taluni tra coloro che si trovano ai vertici della politica
italiana non hanno dismesso tali abitudini, intendo dire che questi, probabilmente
perchè hanno conosciuto e sperimentato di persona questi
"schemi", sanno bene che in tal modo riescono a
raggiungere quell'elettorato che si attende proprio, e soltanto, quel
comportamento politico, fatto di accuse e critiche, piuttosto che di
proposte, progetti e programmi concretamente spiegati. I due
contendenti di ieri sera provengono da ambienti diversi e, comunque,
lontani dai "pubblici locali di ritrovo". Ciò fa sì
che l'esponente della CdL si rivolga all'elettorato esponendo programmi
e proposte come se si rivolgesse a chi, tra i mille interessi, abbia
soprattutto quello della libertà di fare, di intraprendere, di
impoverirsi il meno possibile (anzi), di giustizia, di rispetto in
ambito europeo ed extra-europeo, ecc. L'esponente del
centro-sinistra, grazie anche al fatto di provenire da una
regione in cui quel vezzo di cui sopra è diffuso proprio tra tutti i
ceti sociali, ha imparato a rivolgersi agli elettori che,
tra i mille interessi, c'è quello di non interessarsi di numeri,
tabelle o programmi tecnicamente apprezzabili e fattibili, quanto
piuttosto di applaudire all'accusa più pesante, alla critica più
distruttiva cui fanno seguito proposte di benessere e ricchezza di
"buon livello" per tutti, anche per quelli che, per
scelta o per destino, frequentano i "pubblici
locali....".
Cosa accadrebbe in un Paese come
l'Italia se i candidati-premier, a turno, dedicassero il proprio tempo
televisivo a disposizione all'illustrazione, anche visiva, di
programmi, progetti e proposte partendo dall'organigramma governativo,
spiegando all'elettorato cosa faranno il Ministero delle
infrastrutture e trasporti, il Ministero della sanità, e così via
per tutte le grandi aree tematiche, individuando obiettivi e percorsi
strategici nel breve-medio termine così da offrire panorami o scenari
in cui ogni cittadino, "scoprendo" il significato
dell'operato di ogni ministro, viceministro e sottosegretari,
commissioni, ecc., può ritrovarsi ed apprezzarne i contenuti
oppure no.
Sto chiedendo la luna? Anzi, Marte?
Con i migliori saluti
Zamax
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