15/03/2006
Stim.mo Prof. Pelanda,
 
Le invio un "breve" commento sul confronto tra i candidati-premier di ieri sera.
Pare che l'uso, l'abitudine tipicamente italiana di parlare di politica in "pubblici locali di ritrovo", cioè i bar, conduca anche il professionista della politica a conservare anche in altri luoghi i medesimi schemi di dibattito colà rispettati. A chi non è capitato di assistere, trovandosi di passaggio per un caffè, sia agli scambi di accuse e battute tra avventori di fede politica opposta, sia al continuo andirivieni di uno dei soggetti accusatori/accusati tra l'uscio del locale (come se stesse per andarsene) ed il tavolo al quale si trova l'antagonista (come se avesse ancora qualcosa da dire). Dicendo che anche taluni tra coloro che si trovano ai vertici della politica italiana non hanno dismesso tali abitudini, intendo dire che questi, probabilmente perchè hanno conosciuto e sperimentato di persona questi "schemi", sanno bene che in tal modo riescono a raggiungere quell'elettorato che si attende proprio, e soltanto, quel comportamento politico, fatto di accuse e critiche, piuttosto che di proposte, progetti e programmi concretamente spiegati. I due contendenti di ieri sera provengono da ambienti diversi e, comunque, lontani dai "pubblici locali di ritrovo". Ciò fa sì che l'esponente della CdL si rivolga all'elettorato esponendo programmi e proposte come se si rivolgesse a chi, tra i mille interessi, abbia soprattutto quello della libertà di fare, di intraprendere, di impoverirsi il meno possibile (anzi), di giustizia, di rispetto in ambito europeo ed extra-europeo, ecc. L'esponente del centro-sinistra, grazie anche al fatto di provenire da una regione in cui quel vezzo di cui sopra è diffuso proprio tra tutti i ceti sociali, ha imparato a rivolgersi agli elettori che, tra i mille interessi, c'è quello di non interessarsi di numeri, tabelle o programmi tecnicamente apprezzabili e fattibili, quanto piuttosto di applaudire all'accusa più pesante, alla critica più distruttiva cui fanno seguito proposte di benessere e ricchezza di "buon livello" per tutti, anche per quelli che, per scelta o per destino, frequentano i "pubblici locali....".
Cosa accadrebbe in un Paese come l'Italia se i candidati-premier, a turno, dedicassero il proprio tempo televisivo a disposizione all'illustrazione, anche visiva, di programmi, progetti e proposte partendo dall'organigramma governativo, spiegando all'elettorato cosa faranno il Ministero delle infrastrutture e trasporti, il Ministero della sanità, e così via per tutte le grandi aree tematiche, individuando obiettivi e percorsi strategici nel breve-medio termine così da offrire panorami o scenari in cui ogni cittadino, "scoprendo" il significato dell'operato di ogni ministro, viceministro e sottosegretari, commissioni, ecc., può ritrovarsi ed apprezzarne i contenuti oppure no.
Sto chiedendo la luna? Anzi, Marte?
Con i migliori saluti
Zamax