19/03/2005


Vi faccio vedere io come non muore un'italiana

Innanzitutto, di rigore, devi scrivere per un giornale di ultra ultra
sinistra oppure devi fare un lavoro di volontariato radical chic.  Poi ti
fai mandare nei punti più caldi del globo, dove ci sono guerre e dove
sparano, preferibilmente tanto.  Una volta sul campo rompi ogni regola
locale e del buon senso, trattenendoti troppo a lungo nei luoghi pericolosi
o facendo feste poco opportune.  Tanto te lo puoi permettere perché stai
dalla parte giusta, dalla parte dei resistenti, contro la guerra per
principio, e soprattutto contro gli americani a priori.

Quando ti sequestrano, a causa della tua imprudenza, ti rendi conto che
questa è la tua grande occasione.  Fingi la parte della preda.  Lasci che i
tuoi sequestratori diventino i tuoi registi e sul loro palcoscenico fai una
performance da Oscar così convincente che diventi famosa e un'intera
nazione, persuasa dalla tua finzione, va in piazza per salvarti.  Vedendo
le piazze piene e il tuo viso sulle magliette dei calciatori, i tuoi
registi si rendono conto di aver fatto loro il vero gol, di aver puntato
bene la loro scommessa, di aver investito bene e nel mercato
giusto.  Quello degli italiani, quello delle femmine, poi!  La tua
esibizione vale un caché da star hollywoodiana.

Al momento del tuo rilascio i tuoi sequestratori ti dicono qualcosa di
strano, qualcosa sugli americani che non vogliono che tu esca viva
dall'Iraq, alla quale notizia, però, tu dai poca importanza, non perché ti
fidi degli americani, ma perché mica sei mitomane.  Tant'è vero che neanche
pensi a dirlo al tuo angelo custode.  Lui sicuramente non avrebbe creduto
ad un complotto simile da parte degli americani, ma la notizie l'avrebbe
certamente convinto dell'opportunità di prendere qualche precauzione in
più.  Invece, tu, con la solita superficialità e trascuratezza, convinta
della tua perenne immunità grazie al tuo stare dalla parte giusta,
quest'informazione la tieni per te.  Ma non per sempre.

Quando succede l'incidente che è, appunto, un incidente, tiri fuori il
complotto, vomiti veleno contro gli americani che hanno sparato 400 colpi,
racconti di aver raccolto grappoli e grappoli di proiettili nella macchina,
quando ne sono entranti al massimo 12.  Non racconti invece degli americani
che scoprono con sgomento di aver sparato sugli italiani.  Non fai nessuna
menzione delle loro ripetute scuse col rimorso che gli blocca la
gola.  Questa non è informazione che serve alla tua causa, quindi non
esiste. Tanto lo sappiamo che la verità è una cosa relativa, e la tua è
relativamente e postmodernamente molto più vera di qualunque altra verità.

In ogni modo, la tua missione è stata compiuta.  Tu volevi aiutare quelli
che stanno resistendo all'occupazione imperiale del loro Paese.  Pensavi di
farlo raccontando la loro storia attraverso i tuoi occhi,
giornalisticamente poco oggettivi, ma tu sei una giornalista militante e
quindi sei giustificata.  Invece gli hai dato una mano grossa come quella
di Golia.  Non è vero che te ne freghi del riscatto.  Con il tuo
sacrificio/prestazione che ha prodotto quel riscatto hai fornito ai
resistenti i mezzi per armarsi fino ai denti, armi che potranno usare per
uccidere i nostri soldati che stanno dalla parte sbagliata, dalla parte di
quegli iracheni che non hanno nessun desiderio di resistere alla
democratizzazione del loro Paese.  Poveri illusi schiavi degli
imperialisti.  Sei tu, l'eroe, Giuliana.  Altroché Calipari o
Quattrocchi.  Ci hai fatto vedere tu come non muore un'italiana!



Sandra Giovanna Giacomazzi