COMUNICATO STAMPA DRAGOTTO (FI). REFERENDUM: VOTARE SI PER NON
ARRESTARE LA MODERNIZZAZIONE DEL PAESE E DARE UNA SPALLATA A PRODI La
riforma costituzionale della CDL non modifica la prima parte della
Costituzione, quella concernente i valori fondamentali: l’inviolabilità
dei diritti, la famiglia, l’uguaglianza tra i cittadini. La riforma,
invece, modifica l’aspetto organizzativo dei poteri pubblici,
specificando e chiarendo le nuove competenze esclusive tra Stato e
Regioni. Ciò consente di combinare al meglio l'esigenza
dell’autogoverno delle Regioni con quella del rispetto dell'interesse
nazionale, cancellato dalla riforma del centro-sinistra. La riforma del
Titolo V approvata dal centro-sinistra ha provocato un alto numero di
ricorsi alla Corte Costituzionale, con elevati oneri finanziari e interi
settori amministrativi paralizzati. La Regione Emilia-Romagna ha speso
ben 25 milioni di euro in ricorsi. Votare
SI al referendum consente: a) maggiore autonomia alle Regioni e agli
Enti locali, pur nella piena salvaguardia dell’interesse nazionale; b)
un iter delle leggi più efficiente, grazie alla fine del bicameralismo
perfetto, che comporta una competenza legislativa esclusiva della Camera
sulle materia statali e del Senato federale su quelle regionali; c) il
diritto dei cittadini di scegliere il primo ministro, il programma e la
coalizione di governo, evitando i ribaltoni e garantendo maggiore
stabilità di governo; d) la riduzione del numero di parlamentari. Con
la vittoria del SI, quindi, in Italia si potrà avere l'inizio di un
nuovo Stato, di una Nazione con un Governo rafforzato nei suoi poteri,
meno in balia delle spinte corporativistiche che oggi ci sono in
Parlamento e più capace di rispettare gli equilibri imposti dal patto
di stabilità e di crescita. La
vittoria del NO al referendum avrebbe due sostanziali effetti negativi:
a) lascerebbe in vigore la riforma del centro-sinistra, con tutti i
problemi di attribuzione di competenze e di conflittualità
istituzionale che ha generato. Chi fa appello al NO per difendere la
Costituzione, in realtà vuole difendere la Carta modificata dalla
riforma del centro-sinistra; b) data l’impossibilità del
centro-sinistra di trovare una comune e condivisa piattaforma di
proposte di modifica e ammodernamento della Costituzione, a causa della
profonda diversità e divergenza di tesi e posizioni rispetto al tema
delle riforme costituzionali, il rischio di immobilizzare per molti anni
il processo, urgente e indifferibile anche rispetto al quadro
costituente dell’Unione europea, di revisione dei nostri assetti
istituzionali, sarebbe concreto ed esiziale. L’affermazione
del SI, inoltre, avrebbe un altro importante riflesso politico:
impedirebbe sul nascere il tentativo del Governo Prodi, contro il quale
si è pronunciato lo stesso Presidente delle Repubblica, di cancellare
tutte le riforme approvate dalla Casa delle Libertà nella scorsa
legislatura (riforma del mercato del lavoro e della scuola e legge
Obiettivo per l’avvio delle grandi opere, su tutte). Con il voto
referendario non è in ballo solo il futuro istituzionale dell’Italia,
ma anche la sua crescita economica e culturale, in quanto la vittoria
del SI delegittimerebbe ulteriormente un governo già in bilico per lo
striminzito e discutibile esito elettorale e per le sue palesi
contraddizioni interne. In
Emilia-Romagna noi moderati che abbiamo a cuore il futuro del nostro
Paese, benché stanchi per le tante tornate elettorali, dobbiamo fare un
ulteriore decisivo sforzo per andare a votare e per convincere quante più
persone a farlo. In questo modo faremo l’interesse del Paese che avrà
una Costituzione più moderna , l’interesse dei cittadini italiani che
non vedranno cancellate riforme che hanno già dato ottimi risultati, e,
da ultimo ma non per importanza, daremo una prima importante spallata a
Prodi e al suo Governo. Giorgio Dragotto |