22/06/2006

COMUNICATO STAMPA

 

DRAGOTTO (FI). REFERENDUM: VOTARE SI PER NON ARRESTARE LA MODERNIZZAZIONE DEL PAESE E DARE UNA SPALLATA A PRODI

 

La riforma costituzionale della CDL non modifica la prima parte della Costituzione, quella concernente i valori fondamentali: l’inviolabilità dei diritti, la famiglia, l’uguaglianza tra i cittadini. La riforma, invece, modifica l’aspetto organizzativo dei poteri pubblici, specificando e chiarendo le nuove competenze esclusive tra Stato e Regioni. Ciò consente di combinare al meglio l'esigenza dell’autogoverno delle Regioni con quella del rispetto dell'interesse nazionale, cancellato dalla riforma del centro-sinistra. La riforma del Titolo V approvata dal centro-sinistra ha provocato un alto numero di ricorsi alla Corte Costituzionale, con elevati oneri finanziari e interi settori amministrativi paralizzati. La Regione Emilia-Romagna ha speso ben 25 milioni di euro in ricorsi.

Votare SI al referendum consente: a) maggiore autonomia alle Regioni e agli Enti locali, pur nella piena salvaguardia dell’interesse nazionale; b) un iter delle leggi più efficiente, grazie alla fine del bicameralismo perfetto, che comporta una competenza legislativa esclusiva della Camera sulle materia statali e del Senato federale su quelle regionali; c) il diritto dei cittadini di scegliere il primo ministro, il programma e la coalizione di governo, evitando i ribaltoni e garantendo maggiore stabilità di governo; d) la riduzione del numero di parlamentari.

Con la vittoria del SI, quindi, in Italia si potrà avere l'inizio di un nuovo Stato, di una Nazione con un Governo rafforzato nei suoi poteri, meno in balia delle spinte corporativistiche che oggi ci sono in Parlamento e più capace di rispettare gli equilibri imposti dal patto di stabilità e di crescita.

La vittoria del NO al referendum avrebbe due sostanziali effetti negativi: a) lascerebbe in vigore la riforma del centro-sinistra, con tutti i problemi di attribuzione di competenze e di conflittualità istituzionale che ha generato. Chi fa appello al NO per difendere la Costituzione, in realtà vuole difendere la Carta modificata dalla riforma del centro-sinistra; b) data l’impossibilità del centro-sinistra di trovare una comune e condivisa piattaforma di proposte di modifica e ammodernamento della Costituzione, a causa della profonda diversità e divergenza di tesi e posizioni rispetto al tema delle riforme costituzionali, il rischio di immobilizzare per molti anni il processo, urgente e indifferibile anche rispetto al quadro costituente dell’Unione europea, di revisione dei nostri assetti istituzionali, sarebbe concreto ed esiziale.

L’affermazione del SI, inoltre, avrebbe un altro importante riflesso politico: impedirebbe sul nascere il tentativo del Governo Prodi, contro il quale si è pronunciato lo stesso Presidente delle Repubblica, di cancellare tutte le riforme approvate dalla Casa delle Libertà nella scorsa legislatura (riforma del mercato del lavoro e della scuola e legge Obiettivo per l’avvio delle grandi opere, su tutte). Con il voto referendario non è in ballo solo il futuro istituzionale dell’Italia, ma anche la sua crescita economica e culturale, in quanto la vittoria del SI delegittimerebbe ulteriormente un governo già in bilico per lo striminzito e discutibile esito elettorale e per le sue palesi contraddizioni interne.

In Emilia-Romagna noi moderati che abbiamo a cuore il futuro del nostro Paese, benché stanchi per le tante tornate elettorali, dobbiamo fare un ulteriore decisivo sforzo per andare a votare e per convincere quante più persone a farlo. In questo modo faremo l’interesse del Paese che avrà una Costituzione più moderna , l’interesse dei cittadini italiani che non vedranno cancellate riforme che hanno già dato ottimi risultati, e, da ultimo ma non per importanza, daremo una prima importante spallata a Prodi e al suo Governo.

 

Giorgio Dragotto