29/06/2005

Sartori e il modello di Ricardo

Per favore qualcuno può spiegare meglio al professor Sartori il modello di
Ricardo. Infatti l'unica cosa che questo indica è esattamente l'opposto di
ciò che lui sostiene e cioè che IL LIBERO SCAMBIO PRODUCE EFFETTI BENEFICI
PER TUTTI I PAESI E TUTTI GLI INDIVIDUI CHE LO ADOTTANO.
Infatti egli confonde:
1. i costi comparati con i costi assoluti. È possibile che un paese abbia un
vantaggio assoluto nella produzione di tutti i beni ma è impossibile che
abbia un vantaggio comparato nella produzione di tutti i beni.
2. il vantaggio competitivo con il livello dei salari. Il vantaggio
competitivo dipende sia dal livello dei salari che dalla produttività dei
lavoratori.
3. beni perfettamente omogenei con beni eterogenei. I primi, essendo
perfetti sostituti, vengono scelti esclusivamente sulla base del prezzo
inferiore; i secondi, non essendolo, vengono scelti anche sulla base di
altre qualità possedute dagli stessi. Le automobili ne sono un tipico caso;
è dubbio infatti che ci sia concorrenza tra produttori di utilitarie e di
vetture di più alta qualità.
Senza contare che dimentica di specificare che
· dal libero scambio guadagna di più il paese piccolo, l'Italia, poiché il
prezzo internazionale del bene scambiato si attesterebbe al livello
inferiore del paese grande ed il vantaggio è proporzionale alla distanza tra
il prezzo di autarchia e quello di libero scambio.
· dall'imposizione di barriere al libero scambio
a. guadagnano dal punto di vista STATICO
i. i produttori nazionali perché continuano a vendere beni che non sono
competitivi
ii. i lavoratori nazionali dato che continuerebbero a lavorare in aziende
protette
iii. lo Stato che incassa le entrate derivanti dai dazi (non se si
utilizzano le quote)
(SONO VERI GUADAGNI?)
b. ma, molto più importante perderebbero:
i. i produttori cinesi, ma questo per un nazionalista come Sartori (ma non
era liberale?) non conta
ii. i consumatori italiani, in particolare quelli più poveri, che non hanno
la possibilità di scegliere di acquistare un bene che costa meno (dubito che
il professor Sartori e chi non ha problemi economici sceglierebbe di
acquistare un'automobile cinese solo perché costa meno; magari per un
operaio non è lo stesso)
iii. i produttori nazionali perché stanno sul mercato solo grazie alla
protezione politica e quindi non hanno incentivo ad innovare né ad essere
efficienti
iv. i lavoratori nazionali poiché se venissero assunti in aziende
competitive di altri settori a maggiore vantaggio comparato otterrebbero
salari maggiori.
Tutto ciò al di là delle fondamentali considerazioni di libertà di scelta e
assenza di coercizione che di per sé bastano per respingere ogni restrizione
al libero scambio e ogni intervento statale.
Un po' di coerenza liberale (usata non solo contro Berlusconi) e di maggiore
conoscenza dei modelli che si utilizzano a fini propagandistici non farebbe
male.