12/02/2007

Il mio "No" laico.

Caro ed Illustre Carlo Pelanda, da cristiano cattolico Le dico subito che non condivido che in minima parte ciò che scrive. Per il il resto, la maggior parte, sì, la condivido tutta. Come si fa a non farlo, di fronte ad una simile sincerità  intellettuale,  la Sua, ad una profondità concettuale  di pensiero laico, a non confrontarsi positivamente,  con Lei ? L'avessero pensato  "quelle due dell'Orsa minore", quelle Signore "perse tra la perduta gente " ,che si chiamano Pollastrini ( disgrazia sua) e BindiRosy , per di più  zitella, prima di partorie l'aborto del Dico, a quest'ora saremmo a discutere di quanti e quali aiuti si sarebbero potuti dare alle famiglie, alle coppie naturali, onde invogliare i giovani a maritarsi, con meno patemi d'animo. Ma tantè, così è, quando impera l'ignoranza il nullismo mentale. (leggi Prodi). 
L'unico punto in discussione (si fa per dire) resta quello delle lesbiche. Sì. perchè non disconosco che sia l'unica "coppia" (?) che può far progredire l'umanità, fino ad un certo punto. E' vero, bisognerebbe risolvere ancora qualche dubbio atroce. Per esempio, stabilire da che parte arrivi "il Membro" per esempio, come indirizzare eticamente la donna/uomo che siede accanto ad una madre presa a prestito, e ultimo, ma non ultimo, se hanno volontà, quelle che si sentono donne, senza pruriti mascolini, di avere un figlio, Le pare ? E se si facessero operare quei paparini-madre, non sarebbe poi la fine del mondo. A patto che non pretendano che sia lo Stato, con i nostri soldi, a completare l'operazione. O tempora o mores ! Ma poi, dove sono i "tempora" e dove i "mores ", nella società dei barbari in cui viviamo ?
Complimeti Prof. Carlo Pelanda, è sempre un piacere leggerLa.
Con ossequio, Edoardo Argentino