06/12/2006

Caro Professore,
                sono un lettore del Giornale che vive di mercato...
Permetta che Le esprima tutta la mia ammirazione e, sopratutto, la mia
gratitudine per i Suoi preziosi insegnamenti. Se il prezzo della Sua
dottrina è una certa solitudine (almeno in questo disgraziato Paese), io La
comprendo. Leggo i Suoi articoli con trepidazione e speranza, e vorrei che
fossero promesse di liberazione più che profezie di sventura.
Ma riusciremo a farcela? Mi pare che il pensiero liberale, per restare in
Italia, valga soltanto il 40% circa dei consensi elettorali: tale consenso
minoritario, tuttavia, è maggioranza al nord. Gravi minacce alla persona
gravano da Nord (comunità europea) e da est (islam). Che significa tutto
questo? Leggo i Suoi libri anche per interpretare i segni dei tempi. Sono
credente, e sono fermamente persuaso che Dio sia dalla nostra parte: il
lavoro autonomo è sostanzialmente la sola forma di occupazione che consenta
la piena espressione della libertà umana e di raggiungere la piena statura
di Cristo (Paolo era orgoglioso di vivere del suo lavoro e di non pesare
sulle comunità che serviva), dunque Dio non può non aiutarci. Mi sembra
perciò di sentire nel Suo pensiero la stessa freschezza e semplicità
evangeliche...
Grazie ancora e cordialissimi auguri. Abbiamo grande bisogno della Sua
intelligenza e del Suo coraggio. Lotti comunque per amore della verità e
della giustizia, anche davanti a questa platea di asini. Sappia che in
Italia c'è qualcuno che Le vuole bene.

E.A.A.