Caro Pelanda,
sono un Italiano emigrato negli Stati Uniti per vivere
serenamente e non
dovermi preoccupare troppo da vicino della politica Italiana. L'
avvento
del governo Prodi mi ha confermato nella mia scelta di vita. Ho sempre
(quasi)
lavorato per Aziende Americane, cosi' da averne assorbito da anni
la
filosofia di vita. Leggo regolarmente il Giornale su internet, e
vorrei
perlarle del suo articolo "Cara Magli".
Sono d' accordo che una strategia d' attacco sia meglio di una
difensiva,
ma non sono d' accordo con il fatto che si possano modificare gli
Islamici,
al fine di ottenere un "nuovo Islamico" che combatta il
vecchio. Per lo meno
non mi sembra possibile in tempi "brevi". E per
"brevi" intendo
compatibili con i 2 attacchi che l' Islam sta conducendo contro l'
Occidente: quello
terroristico, gia' in atto nel day by day e quello
"strisciante" della
immigrazione in Europa finalizzata al possesso numerico delle
Nazioni.
Dico questo (la non variabilita' della mentalita' Islamica),
perche' l'
Islam e' rimasto identico nella sua visione di conquista dell'
Occidente e
creazione di un Califfato mondiale a quello che era alla sua
origine piu'
di 1000 anni fa. Dico questo anche perche' un Islamico di terza
generazione
Inglese o Francese, basta che ascolti un imam radicale e diviene
un
radicale nemico di Francia o Inghilterra, quando non kamikaze.
L' Islam si e' fermato nella sua espansione, e si e' ritirato nei
suoi
incivili, illiberali, retrogradi Paesi, solo quando e' stato
battuto sul
campo a Vienna, Lepanto, etc.
La strategia d' attacco quindi non puo' che essere quella di
batterli sui
2 campi in cui ci stanno attaccando: quello del terrorismo e quello
della
"infiltrazione" nei Paesi Europei.
Gli USA hanno gia' iniziato (piu' o meno bene) la battaglia contro
il
terrorismo e le Nazioni che lo proteggono. Gli altri Paesi
Occidentali, ma
anche la Russia, devono essere convinti ad unirsi ad una GUERRA
contro non
soltanto Osama Bin Laden, ma contro Siria e Iran (...altro che
lasciare
gli Hezbolla armati dentro il Libano...) e completare quanto fatto in
Afganistan e Iraq (che non e' "esportazione di democrazia", ma
"stai attento che se
fai casino, ti punisco").
Per la seconda minaccia, quella dell' immigrazione, bisogna
chiudere le
frontiere anzi sigillarle, e rimandare il numero piu' alto
possibile di
irregolari indietro, non fare ricongiungimenti, rimandare nei
Paesi dei
nonni quei cittadini Islamici che fossero stati trovati ad
organizzarsi
contro il Paese dove sono nati e di cui dovrebbero apprezzare lo
stile di
vita.
Battuti sui 2 fronti, si potrebbe avere tempi "Biblici"
per la
rieducazione di cui parla lei, cercando di evitare errori grossolani
come quelli fatti
dal colonialismo Inglese in Medio Oriente e dall ONU in Palestina
dopo il
1948.
La prego di gradire i miei migliori saluti
Ugo A.
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