22/08/2006

Ho letto il suo articolo sull’Arena di quest’oggi e condivido molto quanto da Lei scritto anche se ho notato che forse un punto non è stato sottolineato, la psicologia.

Io sono un libero professionista, ritengo del ceto medio, e pago il 100% delle tasse non evado nemmeno un euro, sia perché non posso sia perché non lo ritengo giusto (sono dell’idea che se tutti paghiamo, si paga meno). Però vista l’anagrafe tributaria (più una cosa psicologica contro uno stato libero, mi chiedo perché fare una legge sulla privacy e dopo lo stato può vedere tranquillamente il mio conto corrente????lo stato è sopra la legge???da quando???) e soprattutto la volontà di aumentare le tasse, psicologicamente sono spinto a ricercare il modo migliore e più sicuro per evadere (non per pagare meno tasse) ma per pagarne almeno come gl’anni scorsi.

Io credo che un aumento delle tasse in un momento di lenta crescita come siamo ora possa essere la mazzata decisiva per una crescita della produttività “in nero” ed una diminuzione drastica dei consumi “alla luce del sole”.

Certo “noi” liberi professionisti siamo il male però nella realtà produttiva italiana, siamo anche una parte importantissima della domanda interna di beni, e mi chiedo, ma soprattutto le chiedo come mi posso tutelare evitando di cercare metodi per evadere?

Saluti

D.A., Verona