25/08/2006

Egr. professore,

 ho letto il suo articolo sul Giornale,riguardante la problematica del confronto della società occidentale con quella islamica sia sul piano politico-culturale che militare.
Il suo punto di vista e' molto interessante e credo piu' condiviso di quanto lei stesso possa immaginare..
La esorto ad insistere.I cd benpensanti,influenzati dalla campagna di stampa della sinistra contro gli scritti di Oriana Fallaci e della presa di posizione coraggiosa di Berlusconi che ebbe a rivendicare orgogliosamente la superiorità etica e materiale della società occidentale rispetto a quella islamica,sono in netta ritirata,sotto il tiro velenoso dei frutti amari dell'Islam che possono essere apprezzati da tutti.
Bisogna separare piu' che islamico buono da islamico cattivo,l'islam dall'uomo schiavo dell'islam,in una prospettiva evolutiva e di liberazione.
Bisogna avere il coraggio di dire agli islamici che credere nel paradiso della puttane sacre che la daranno generosamente ai kamikaze e' una boiata pazzesca per dirla col comico Fantozzi e non una credenza degna di rispetto,proprio per il rispetto della mente e della vita dell'iomo che crede nelle fandonie dell'Islam.Qui ha toppato anche la Chiesa cattolica,sopravvalutando la rispettabilità delle credenza e superstizioni che incatenano l'uomo islamico per una sotrta di solidarismo fra religioni..
C'e' iun islamico in Italia che e' impegnato in una battaglia di libertà e di apetrura ai valori veri ed universali Il suo nome e' Magdi Allam.
Ha studiato presso i comboniani e presso i salesiani da ragazzo nel natio Egitto acquisendo ciò che lei assai probabilmente ha avuto modo di assorbire imn parrocchia nella sua natia Tolmezzo,ha studiato ffilosofia e sociologia a Roma con Ferrarotti.Si chiama Magdi Allam ed e' apprezzato giornalista,prima della "Repubblica" dalla quale si e' dimesso per le caratteristiche di estrema militanza politica che Scalfari ha dato a quel giornale,ed ora nel Corriere della Sera.
Mi farà piacere di annoverarla nella pattuglia dei riformatori non tanto dell'Islam la cui mutevolezza richiede il trascorrere dei secoli,ma dell'uomo prigioniero dell'ideologia politica islamica,che va liberato in fretta ,e basterebbero una o due generazioni a mio avviso, per dar loro il piacere dell'interiorizzazione dei valori universali che contano.
 
Dario F.