12/08/2006

Gentile Carlo Pelanda,
la minaccia iraniana e la difficoltà di
affrontarla in modo efficace mi spingono a formulare un'ipotesi, sulla
quale sarei interessato ad avere un suo parere.

Mi pare che i termini
del problema possano essere così sintetizzati:

1) un'azione militare
diretta semplicemente a fermare i piani atomici del regime avrebbe
costi molto elevati, scatenando un'ondata di terrorismo e portando
Teheran a destabilizzare l'Iraq e benefici limitati nel tempo, perché
il progetto potrebbe riprendere tra qualche anno

2) la
destabilizzazione del regime dall'interno, attraverso il sostegno a
dissidenti e gruppi di opposizione avrebbe tempi troppo lunghi,
rispetto al rischio imminente di un Iran nucleare

3)l'invasione
dell'Iran sarebbe avversata dalle opinioni pubbliche, creerebbe
divisioni nella comunità internazionale e comporterebbe i costi  e le
difficoltà evidenziate dall'esperienza irachena

Esiste una quarta
ipotesi? Si può determinare il cambio di regime in Iran in tempi brevi,
senza un'invasione e una successiva occupazione?
In particolare,
sarebbe possibile un guerra aerea diretta contro il regime, un attacco
a sorpresa che elimini i vertici della Repubblica islamica, i quadri
del regime e l'apparato di forza islamista, lasciando deliberatmente
intattte le forze armate e creando un vuoto di potere che possa essere
riempito dagli oppositori ? Magari prima del 22 agosto, tanto per
andare sul sicuro?

Cordiali saluti
F. M.