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 Preg.mo prof. Pelanda, dall’analisi
        comparata delle ultime elezioni politiche e di quelle amministrative
        emerge un fatto: l’elettorato di centrodestra desidera il buon
        governo. Nonostante la forsennata discesa in campo di Berlusconi, che ha
        voluto politicizzare al massimo lo scontro nelle elezioni
        amministrative,  il popolo
        moderato ha voluto confermare (o ha lasciato che fossero confermati)
        alla guida delle amministrazioni locali coloro che avevano ben meritato
        nella loro attività amministrativa, a prescindere dalle sigle. E’ un
        elettorato che pensa e sa discernere. Anche alle politiche di aprile ha
        mostrato un grande capacità di giudizio, allorché si è recato in
        massa alle urne nel tentativo di evitare che il governo del paese
        cadesse nelle mani dell’armata brancaleone delle sinistre. Il luogo
        comune che è stata la capacità oratoria di Berlusconi a mobilitarlo è
        una fola: Berlusconi  ha
        semplicemente esibito  le
        cose buone che il suo governo aveva fatto (al di là delle leggi ad
        personam) e che la disinformazione della sinistra era riuscita ad
        occultare. E’ bastato questo per convincere l’elettorato a tornare a
        votare il centrodestra, nonostante la presenza del macigno Berlusconi. Sì,
        perché i moderati sono stanchi di Berlusconi, del suo personalismo, del
        suo enorme conflitto d’interessi, della sua ombra che copre tutta  Donato Antonio 
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