Per quanto possa valere la mia
  modesta cultura di uomo della strada, la mia opinione, mi preme dirLe, Caro
  Professore, che la Sua sempre dotta disquisizione sui temi che tratta sui
  Suoi articoli, è unica e irripetibile, secondo me. Lei è capace di
  espressioni, su temi così ostici appunto, come può essere l'economia, che
  altri non hanno. C'è poco da fare, ed io, concordo pienamente con Lei e con
  la sua disamina.
 
  Basti pensare che la nostra Italia
  ha sempre progredito ed eccelso sui mercati, negli anni, con le piccole e
  medie imprese. Mai con le grandi, che raramente abbiamo avuto, mancandoci
  le materie prime. Non solo la "chiazza" dell'Emilia è
  quella che con le sue Grandi imprese, ci ha fatto i danni maggiori, basti
  pensare alla Parmalat &C. Ma c'è anche un'altra area ben precisa: la
  "chiazza" del Piemonte e di quell'ultimo Moicano che
  la conduce. Il Luca Luca Montezemolo di turno.
  Ma Le pare possibile che un
  Paese che si rispetti, come L'Italia appunto, con tutta la prosopopea
  "Agnellica", passata e presente, sia arrivata al punto di
  prostituirsi a fronte del parto di una macchinetta da quattro soldi (
  facendola pagare a 11 soldi ! ) strombazzando "Eureka"
  davanti a tutto il mondo, sacrificando il vitello grasso, per il ritorno,
  appunto, di far vedere la nostra bravura massima, e che il nostro 
  sviluppo prorompente (quello del Capo Industriali, per intendermi) sia
  cominciato e finito con la nascita della Grande Punto ?. Si immagina,
  Professor Pelanda, quante risate si fanno in giro, nelle più grandi case
  automobilistiche mondiali, sapendo che "Noi", siamo riusciti ad
  inorgoglirci per così poco ?
  L'Italia progredisce "solo
  ed unicamente nell'industria" se si rimboccano le maniche, come
  sempre, le piccole e medie aziende. Il resto è "fuffa", mi creda.
  Complimenti Dottor Pelanda per il
  suo dotto scritto e......ad maiora.
   Con la stima di sempre,
   Edoardo, Padova