| Io sono un morto che cammina. Da 8 anni vivo in Israele,ed è come partecipare quotidianamente ad una roulette russa. Sono
        appena
 scampato per la quinta volta in 7 anni a un attentato organizzato da
 terroristi palestinesi contro civili israeliani.
 Nell'ottobre del 1994 ero in Rehov Dizengoff a Tel Aviv per conoscere i
 genitori della mia futura moglie quando 80 metri alle mie spalle un
 terrorista suicida si faceva esplodere dentro un autobus uccidendo 22
 passeggeri. Gli europei, allora, ci dissero: state calmi, questo è
        il prezzo
 che bisogna pagare per la pace. Riuscii a conoscere i miei futuri
        suoceri, e
 due anni dopo, attraversai Shderot Ben Gurion pochi minuti prima che un
 terrorista suicida si immolasse in un bar portando con se un neonato e
        la
 fidanzata di un mio amico. Con i primi soldi guadagnati il morto che
        cammina
 si compra macchina e bicicletta ed evita gli autobus che vengono fatti
 esplodere a Ramat Gan e Gerusalemme (oltre 100 morti in pochi giorni).
 Arafat aveva bisogno in quel frangente di qualche strage per fare
        pressioni
 sui negoziatori israeliani, continuavamo a sentire rassicurazioni di
 americani ed europei sul prezzo da pagare per la pace e la gente
        continuava
 a saltare in aria. Con un abile gioco degli specchi Arafat faceva il
 paladino della pace quando in visita a Gaza o Ramallah si presentavano
 ministri europei, mentre ogni sera in tv sentivo gli incitamenti in
        arabo
 alla lotta armata e durante una visita in una moschea a Citta' del Capo
 metteva in chiaro che gli accordi firmati con Izchak Rabin rientravano
        nel
 vecchio piano per fasi dell'OLP volto alla distruzione di Israele
        (otteniamo
 una base territoriale a qualsiasi prezzo dalla quale poi sferrare
 l'offensiva e buttare in mare tutti gli ebrei). La sinistra israeliana
        si
 faceva bella in Europa perche' continuava a riconoscere Arafat come
        valido
 interlocutore mentre Netaniahu era il "falco" perche' si
        impuntava che l'OLP
 parecchi anni dopo la firma di Oslo non aveva ancora cancellato
 ufficialmente la clausola che chiamava alla distruzione di Israele.
 All¹epoca, nei viaggi a Milano tutti i conoscenti mi facevano i
        complimenti
 per la pace con i palestinesi e io, senza essere troppo ascoltato,
        cercavo
 di spiegare che Arafat ci aveva distillato oltre 600 morti in 5 anni e
        che i
 bambini a Gaza e Cisgiordania già all'eta' di 5 anni sono addestrati al
 martirio e all'uso del kalashnikov. Anziché cercare di far crescere una
 generazione nuova educata al dialogo ed al rispetto per l'ex nemico,
        Arafat
 usa i fondi della UE per stampare testi che incitano alla guerra santa
 islamica, che descrivono gli ebrei come scimmie, negano l'olocausto e
        nelle
 loro cartine geografiche non riportano neanche l'esistenza di un paese
 chiamato Israele. Ogni tanto il mio amico Abu Ala di Gaza, veniva a casa
        per
 effettuare delle piccole riparazioni e tra una sigaretta e un caffè mi
 spiegava che gli scagnozzi di Arafat girano per la citta' su Mercedes
        nere,
 si arricchiscono con il contrabbando, e sono disprezzati dalla
        popolazione
 che vive nel terrore. Gli chiedevo se avesse avuto accesso ai 20 milioni
        di
 Euro dell'UE destinati alla costruzione di case popolari e lui
        sogghignando
 mi parlava di ville faraoniche per i colonnelli dell'OLP che crescevano
        come
 funghi sulle coste di Gaza. Non scherzavo quando gli dicevo che se la
 leadership palestinese fosse stata come lui, la pace, quella vera,
        l'avremmo
 avuta da tempo. Dopo il rifiuto di Arafat a Barak (3,7 milioni di
 palestinesi dovrebbero secondo Arafat entrare nei confini di Israele) ho
 assistito al linciaggio di 2 soldati israeliani a Ramallah filmato da
        una
 troupe di Mediaset mentre il corrispondente della RAI in Israele si
        scusava
 con Arafat in persona che un suo connazionale avesse filmato un episodio
        che
 avrebbe potuto scalfire l'immagine palestinese in Europa. Amici
        israeliani
 mi chiedevano delucidazioni ed io diventavo rosso di vergogna. Quando i
 palestinesi accusati di collaborare con Israele vengono fucilati senza
 processo, e i loro cadaveri incaprettati fatti sfilare per la città e
        poi
 appesi sulla piazza principale per essere poi ferocemente colpiti dalla
 folla esaltata, la stampa italiana pubblica brevi trafiletti. Ovviamente
 nessuna condanna è mai venuta dalle autorita' cristiane in Terrasanta,
 appiattite sulle posizioni di Arafat. Li capisco, fanno il loro lavoro
        in un
 ambiente difficilissimo dove se dici una parola fuori posto contro il
        Rais
 puoi dire addio al mondo terreno. I giornalisti italiani però
        potrebbero
 parlare. Ho letto centinaia di articoli intrisi di menzogne ai danni di
 Israele che riportano interviste a personalità palestinesi. Non ho mai
        letto
 un articolo che parli della situazione di terrore in cui vivono gli
        arabi
 cristiani initimiditi e minacciati quotidianamente dall'arroganza dei
 fondamentalisti islamici. Queste cose io le sento invece ogni giorno da
 amici arabi cristiani di Nazareth, i quali temono per la loro
        incolumita'
 fisica e intendono lasciare il Paese al più presto. Dopo che un gruppo
        di
 terroristi dei Tanzim ha assaltato la Chiesa della Natività a Betlemme
        si
 arriva al grottesco quando il custode di Terrasanta Padre Jager parla
 amichevolmente al TG israeliano e 30 minuti dopo su Canale 5 inveisce
        contro
 Israele. La ragion di stato ancora una volta prevale sulla verità.
 Marzo 2002. Rinchiuso ermeticamente in casa con moglie e prole a causa
        degli
 attentati, sono comunque costretto a fare la
 spesa. Vado a comprare la pasta Barilla in un supermercato di Herzlia.
 Scelta fortunata. Esattamente nel momento in cui entro nel supermercato,
 sento dell'attentato al supermercato di Gerusalemme. A casa ascolto
        Romano
 Prodi chiedere ad Arafat di "far di più per bloccare i
        terroristi", in modo
 da tornare ai colloqui di pace. Nessuno ha spiegato al Professore che i
 terroristi che rivendicano le stragi di civili sono i Tanzim e le
        brigate di
 Al Akza gruppi controllati da Arafat ? Veramente Prodi crede che un
        accordo
 con Arafat valga piu' del pezzo di carta sul quale e' scritto ?
 Mentre mangio un trancio di pizza apprendo che 15 israeliani (fra cui
        alcuni
 arabi) sono stati dilaniati in un ristorante di Haifa da un inviato di
 Arafat. La pizza va di traverso, i resti irriconoscibili dei morti sono
 seppelliti e ci prepariamo alla cena del Seder di Pasqua. Prendo la
        macchina
 e sfido il destino. Andiamo a Raanana, 5 minuti dal confine con
 Arafatlandia. Danielino, il mio bambino di 2 anni, è a un solo posto di
 blocco dai terroristi palestinesi (il posto di blocco che per Kofi Annan
 "umilia i palestinesi"). Alle 19 la funzione finisce, comincia
        a
 piovigginare, la gente si accalca all'uscita, ma esita ad uscire per
        timore
 di bagnarsi. Se un terrorista avesse potuto colpire, avrebbe fatto un
        colpo
 da 50 morti. Il terrorista esattamente alla stessa ora sceglie Natanya,
        a 7
 minuti di distanza. Ne fa fuori 28 tra cui parecchi reduci dei campi di
 sterminio. Mi chiedo se la novantenne trucidata a Natanya avesse
        conosciuto
 ad Auschwitz mio nonno e il mio bisnonno che li' finirono gasati.
 Camere a gas? Giusto, dimenticavo. Corro a ritirare la maschera antigas
 misura extrasmall per mio figlio. Saddam Hussein, riconoscente per
 l'appoggio continuo di Arafat foraggia il terrorismo palestinese con
        25,000
 dollari di premio a ogni famiglia di kamikaze e potrebbe mantenere le
 minacce che sentiamo con regolarità settimanale di sparare su Tel Aviv
 missili batteriologici (prodotti con tecnologia europea). Finora sono
        stato
 fortunato ma devo scrivere la mia esperienza di morto che cammina ora,
        senza
 indugi. Se non ora quando? Non so se la prossima volta la fortuna mi
 assisterà. Se mi andasse male, vi prego di non chiamarmi "vittima
        della
 pace", non dite che sono "morto per mano di un militante
        palestinese", non
 intervistate il ministro della propaganda palestinese il quale dirà che
        il
 terrorista che mi ha ucciso voleva "vendicare la ritorsione
        israeliana del
 giorno prima. Dite solo che un ebreo italiano è stato ucciso a sangue
        freddo
 da terroristi palestinesi inviati da Yasser Arafat. Chiedo solo un gesto
        di
 pietà. Non fate leggere a mia madre un articolo nel quale Romano Prodi
 annuncia sanzioni dell'UE contro "Israele perché rifiuta con
        arroganza di
 trattare con Arafat". Sarebbe il colpo della staffa.
 
 Marcello Del Monte
 (Tel Aviv)
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