28/09/2002
Caro Professore, ho letto con viva commozione il Suo articolo:"Il processo" su "Il Giornale". L'età purtroppo non più verde mi consente di ricordare, senza bisogno di ricorrere a compiacenti libri di scuola, tutte le gravi responsabilità della sinistra e di rendermi consapevole fino in fondo di quanto Lei abbia ragione. Sia all'opposizione che al governo la sinistra italiana ha sempre dominato la scena imponendo le sue scellerate regole. Aveva ragione (e come strepitava guidata dai "dioscuri" Paietta!) quando avversava il piano Marshall e il Patto Atlantico, aveva ragione e mobilitò le piazze quando rovesciò il legittimo governo Tambroni, ha ragione quando si erge a paladina dell'operato della magistratura, ma ha anche ragione quando un suo ministro, in dispregio della stessa magistratura, annulla una sentenza che proscioglieva un imputato, ricacciandolo in galera (Pribke). Ha gestito incontrastata l'educazione di tutte le generazioni scolastiche formandole a sua immagine e somiglianza. Ed ora eccola sempre lì, più proterva che mai. Lei vorrebbe sacrosantamente istruire un processo contro le sue malefatte. Magari ! Ma come ! Questo governo ha tutti avversi: stampa, magistratura, insegnanti, girotondisti, sindacati ed adesso anche la cofindustria ! Ci vorrebbe un coraggio da leoni e sinceramente mi sembra che questo governo, oltre che sottovalutare la situazione, soffra ancora di un complesso di inferiorità verso questa sinistra divisa nel suo interno, ma ben unita ed agguerrita contro l'odiatissimo Berlusconi. Perdoni lo sproloquio, ma il Suo appassionato articolo mi ha indotto  a dirLe, per quel poco che può valere, tutta la mia simpatia. Le confesso tuttavia che sono molto scoraggiato. Cordiali saluti. Oreste Battigalli