Egregio Professore. |
Egregio Prof. Pelanda. |
Egregio Signor Cereda Ringraziandola per la cortese attenzione la invito a giocare con qualche citazione, saltando allegramente di palo in frasca. “Ci sono più cose tra il cielo e la terra, Socrate, che nella tua filosofia”. Il tentativo di racchiudere l’universo economico in filosofie semplici cozza con la realtà. Il mondo è bello perché vario e più è vario più è bello e vitale. In ogni modo le faccio tanti auguri. “La democrazia è certamente il peggiore dei sistemi, eccettuati naturalmente tutti gli altri “. Il globo è diventato un villaggio per la facilità di comunicazione, ma è comunque suddiviso in condomìni diversi, con usi e costumi diversi ed amministratori diversi. Io non voglio essere amministrato dal “migliore universale” ma da chi mi è più simpatico e più vicino. E’ un mio ghiribizzo che mi rende felice, oltre che un mio diritto. Se il mio amministratore diventasse lo scudo del finanziere non mi resterebbe che cambiarlo. Lei forse sa che di scudi ho amato solo quello crociato ai tempi della beata giovinezza. “Gli uomini nascono uguali, la conoscenza li fa diversi”. Concetto rivoluzionario ai suoi tempi. Si diceva quando il ceto dominante era ricco ma ignorante. Questa era la consolazione degli “illuminati” ma poveri. E poiché erano poveri ma illuminati tagliarono la testa ai ricchi e festa finita. Anche oggi gli uomini nascono giuridicamente uguali, il loro comportamento, non la conoscenza, li fa diversi nei meriti o demeriti sociali. La democrazia ed il voto suggellano l’uguaglianza giuridica tra gli uomini, bianchi o neri, nordisti o sudisti. La democrazia ed il voto sono il fondamento e la prima pietra del non-razzismo ( l’antirazzismo ormai è un razzismo all’inverso). Quanto alla “ attribuzione del destino dei popoli” come dice lei, ammesso e non concesso che esista un qualche destino, ebbene “Faber suae quisque fortunae”. Le ore segnate dal destino battono solamente nei cieli delle patrie gestite dagli “Uomini del destino “, a volte cinico e baro. Le spinte demagogiche sono il tentativo antidemocratico di forzare il consenso. Questo mette in rilievo il fatto che alla base di una democrazia sana sta la capacità, direi l’ostinazione, di ogni individuo di ragionare con la propria testa, da cui l’importanza della libertà nella formazione scolastica dei giovani cittadini (sempre la benedetta Libertà! Bisognerebbe farle un monumento). Nel teleromanzo della Storia la “Tradizione” è il riassunto delle puntate precedenti, non il menabò delle future. Perché Si’, le monarchie dei bei tempi andati erano più razziste dei democratici di oggi: erano addirittura schiaviste, mercanti di schiavi, rapinatrici di colonie ed armatrici di navi pirata. Nell’ottocento non mi consta che esistessero democrazie nel senso moderno del termine, il suffragio universale è arrivato molto tardi. In quel tempo c’erano proprio le oligarchie che ogni venti anni si facevano la guerra tanto per sfoltire il contado dai maschi più irrequieti e tenere i SERVI sotto il tallone. Esse non avevano bisogno di governi democratici fantoccio per farsi gli affari propri: li facevano e basta, il “Particulare” è un morbo che colpisce anche e soprattutto “i migliori”. Nella realtà di oggi non si può produrre ricchezza senza distribuirne una parte, anche se, avendola, si può distribuirla senza produrla, fino a perderla inutilmente. Anche i soldi dei “biechi finanzieri” producono, visto che o stanno nel capitale delle imprese o stanno nelle banche, che li vendono a chi vuole intraprendere: non vengono sepolti nella caverna di Alì Babà. Questo meccanismo moltiplica e non diminuisce il numero di chi produce, diventando, se bravo, finanziere pure lui. La distribuzione della proprietà del territorio, l’accesso al credito ed ai mezzi di produzione stanno alla base dello sviluppo dei sistemi economici (grande problema per molti paesi sottosviluppati è il latifondismo e la non proprietà delle terre ) e questi, se permette, sono proprio problemi di democrazia. Non c’è alcuna libertà politica senza la libertà dal problema della sopravvivenza, e proprio le oligarchie hanno da sempre (anche adesso) gestito il loro potere gestendo la fame dei loro sudditi. Allora sì che le ricchezze stanno sepolte e per nessuno, se non per gli “ottimati” c’è la possibilità di fare alcunché. Per quanto riguarda la WTO essa è un’organizzazione normativa emanata dagli stati e non viceversa. Prima di dire che limita il potere dei governi bisogna leggere i documenti con cui essa cerca di regolare, allargandolo, il commercio mondiale. I documenti sono pubblici e si trovano nei siti della WTO. La globalizzazione poi non è un nettare che i ricchi distribuiscono e dosano nelle ciotole dei poveri. E’ invece il lavoro di milioni di formiche più o meno brave e laboriose, che pian piano ingrossano ed aumentano le loro briciole di cibo, e più sono brave più le aumentano, per partecipare al banchetto globale. La loro partecipazione è proprio stata favorita e resa possibile, se non mi sbaglio, dall’apertura dei mercati a partire dall’Uruguay Round e dalla WTO con gli americani in testa. Noi non possiamo certo regolamentare la dimensione delle briciole e toglierle a che ne fa di più per darle a chi non ne fa. L’impegno non è quello di inventare equazioni di distribuzione, la quale si fa automaticamente, ma quello ben più difficile di allungare la tavola per aggiungere sedie e pietanze, evitando che tutto il ristorante vada in malora. E non è detto che alla fine noi staremo peggio, io credo di no. Ad ogni modo nell’attesa del migliore dei mondi possibili e del governo mondiale ideale io mi accontento: -Di una tendenza al miglioramento ( più risorse nel 2001 che nel 2000, più risorse nel 2002 che nel 2001) per la parte economica
-Della sintesi statistica delle scelte di tutti i cittadini, una sintesi che è appunto la Democrazia, per la parte politica. Per le leggi dei grandi numeri questo è il governo migliore. Cordialmente. G. Pinciroli
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A proposito della polemica nata dopo le parole di Berlusconi gli |