Home Page

 


16/08/2000
 

Sono, in linea di massima, d'accordo con quanto scritto circa i Verdi come partito (è un vero partito azienda, che decide i nostri consumi e ci obbliga a certe spese pubbliche e private senza alcuna possibilità di dibattito).

Io non credo che vi sarà alcuna possibilità di confronto, credo che Lei si attirerà dieci o venti lettere saccenti di cattedratici dell'ambiente, più intorcinate e cervellotiche di un quesito referendario. E basta, fine del dibattito. Parlano i soloni e tutti gli altri zitti. Invece i movimenti ambientalisti erano nati dalla gente comune, non dai professori universitari, amici e pagati da chi inquinava. A parte gli integralisti islamici che guidano i Verdi, il popolo avrebbe bisogno davvero di dibattere, di imparare e applicare nuove metodiche, e quindi credo che i "fondamentali" del partito verde ci siano ancora, purtroppo oggi molto confusi, ma ci sono ancora.
Credo che non sia il caso di insistere nei dibattiti oziosi, credo che si debba affrontare il problema rivolgendosi alla gente direttamente. Lasciando perdere i Verdi e i loro "esperti", magari affrontando un tema alla volta, con metodo. Se, voleva davvero aprire un dibattito ozioso con una controparte di politici traditori dello spirito originario la cosa è poco interessante. Interesserà una ventina di accademici e basta. Se invece voleva rivolgersi al vasto pubblico allora le cose possono essere più produttive e interessanti.
Seguirò con attenzione gli sviluppi. Non anticipo nulla. Però qualche ideuzza il popolo (che è meno coglione di quanto si creda) la può dare. Certo si potrà far poco contro l'inquinamento radioattivo franco-russo. Ma se una piccola applicazione, alla portata di tutti, viene introdotta l'ambiente ci guadagna. E applicazione dopo applicazione...qualcosa cambierà. Con ossequio.
Giovanni Rizzoli