29/10/2003

NATALE 2010

 

 

Imbruniva in piazza

del Duomo, e il muezzin

dalla guglia adattata a minareto

spargeva il suo lento richiamo.

La nenia faticosa

vibrava lungo il portico

dell’Arengario,

echeggiava sotto i vasti loggiati,

perdevasi sotto la cupola

di ferro e di vetro

che mena al palazzo

cui già il Piermarini

diede nel secolo dei lumi

l’austere sembianze.

Fredda era la sera di dicembre

ma comodi e caldi  burnus e gilbab

coprivano i fianchi

del popolo lombardo

da ogni parte sopravveniente.

Ilari in volto

giungevano da quella

che chiamavasi un tempo

piazza Fontana

quelli che un tempo chiamavansi

preti,

ora del nuovo culto

testimoni e mentori.

E infine su quello

che chiamavasi un tempo sagrato

tutti s’inginocchiarono

volti a orïente

e con unanime voce                                                  

nel cielo occhieggiante di stelle

si levò la fatiha,

la prima sura

di quel sacro Libro

che Allah dettò al Profeta

perché sottomettesse

le genti senza onore e senza fede.

 

Milano, 29 ottobre 2003

Alfonso Indelicato