08/10/2003

Ci risiamo! Di fronte all’ennesimo attentato kamikaze in Medio Oriente ad opera dei terroristi palestinesi, la comunità internazionale, invece di indignarsi contro gli autori dell’attentato, minacciare l’Autorità Nazionale Palestinese per l’inerzia sempre dimostrata nella lotta al terrorismo, ha condannato la reazione israeliana. Naturalmente in prima fila non potevano che esserci i francesi, quelli che per anni hanno garantito asilo politico ai peggiori criminali.

Ora Israele si beccherà inevitabilmente l’ennesima condanna dalle Nazioni Unite mentre il buon Arafat sarà ancora una volta difeso e protetto.  Ciò, nonostante siano chiare a tutti le responsabilità del leader palestinese nei sanguinosi attentati che sono costati la vita a centinaia di persone innocenti che hanno avuto il solo torto di essere israeliani e di trovarsi in un locale pubblico insieme ad un folle imbottito di tritolo.

 La violenza mi fa orrore e certamente non gioisco nel vedere alla televisione le immagini delle rappresaglie israeliane nei villaggi palestinesi. Così come mi ha fatto orrore, l’uccisione davanti alle telecamere di quel bambino palestinese colpito dai proiettili israeliani e morto fra le braccia del padre. Però, non si può ogni volta condannare Israele perché si difende dal terrorismo colpendo e distruggendo i villaggi dove vivono e vengono addestrati i kamikaze. Questa purtroppo (e sottolineo purtroppo perché ripeto la violenza è sempre sbagliata) è legittima difesa di fronte agli atti terroristici di folli criminali. Che sono ingiustificabili e vanno condannati sempre, con ogni mezzo, indipendentemente dalle ragioni che possono avere i palestinesi.

 Finché in Medio Oriente non sarà debellato il terrorismo e non sarà messa la parola fine agli attentati suicidi, io non mi sentirò mai di condannare le rappresaglie degli israeliani. La violenza purtroppo chiama violenza e di fronte ad atti di terrorismo è giusto che ci si difenda anche con la forza. E, contrariamente alla comunità internazionale sarò sempre dell’idea che Yasser Arafat vada espulso essendo il maggior ostacolo al processo di pace. 

 

 

 

 

                                                                                    Americo Mascarucci

                                                                                             (Viterbo)

 

20/10/2003

Caro Pelanda

 

Sento veramente il bisogno di ringraziarla, per questo spazio di libera espressione che ci mette a disposizione per manifestare il nostro punto di vista sulle questioni più varie. Purtroppo ho scoperto il suo sito soltanto in tempi recenti nonostante sia da molti anni un suo affezionato lettore.

Sono un giornalista pubblicista e sono dell’idea che l’informazione italiana sia caratterizzata da un totale appiattimento che porta i più importanti organi di stampa nazionali a trattare le questioni sempre per partito preso. Per esempio, sulla questione del Medio Oriente c’è da sempre l’inclinazione a difendere ad ogni costo le ragioni del popolo palestinese presentando Israele come uno stato tiranno che soffoca la libertà e compie nei confronti degli islamici le peggiori atrocità. Se qualcuno però accusa questi giornali di antisemitismo si grida allo scandalo come se lo Stato di Israele e gli ebrei siano due cose distinte.

Fortunatamente fra tanto conformismo c’è anche chi ha il coraggio di differenziarsi e di parlare un’altra lingua. E’ il caso del settimanale “Panorama” e del suo direttore Carlo Rossella che proprio sull’ultimo numero ha pubblicato un’intervista al ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz.

Non solo, Panorama ha anche spiegato ai lettori la verità sul famoso “Muro” che ha indignato la Comunità Internazionale, compreso Romano Prodi che ha perso un’ennesima occasione per tacere. Il muro è stato presentato da tutti i giornali vicini alla sinistra, a cominciare dal settimanale l’Espresso diretto concorrente di Panorama, come un nuovo ghetto dove i palestinesi saranno torturati e fatti morire di fame.

In realtà, come ha spiegato il ministro stesso nella dettagliata intervista di Rossella, la sua costruzione ha uno scopo puramente difensivo per impedire l’infiltrazione dei terroristi nei territori israeliani e il passaggio di armi provenienti dagli Stati Arabi, con in testa la Siria, destinati ai “martiri di Allah”. Una misura necessaria per porre fine alle stragi compiute dai kamikaze e richiesta a gran voce dalla popolazione israeliana stanca di convivere con il rischio di saltare in aria.

 Ci si dimentica troppo spesso che gli israeliani hanno eletto Ariel Sharon proprio per avere una concreta risposta alla domanda di sicurezza che i precedenti governi laburisti non erano stati in grado di garantire. Sempre Panorama poi fa sapere che il muro non impedirà ai palestinesi di provvedere ai propri raccolti in quanto, pur in presenza di un controllo più rigido, sarà consentito il passaggio di uomini, trattori e carri. E inoltre è accertato che laddove il muro è già operativo i terroristi sono stati bloccati con maggiore facilità ed è quindi notevolmente diminuito il rischio di attentati. Naturalmente tutto ciò lo scrive Panorama mentre la maggioranza dei giornali italiani continua a dare voce solo alle ragioni del terrorista Arafat. 

 

 

 

 

 

                                                                                    Americo Mascarucci - Viterbo

 

28/10/2003

Lettera aperta al signor Adel Smith.

 

 Complimenti signor Smith. Lei ha davvero una bella faccia tosta. Lei ha il coraggio di insegnare a noi cos’è la tolleranza quando invece i primi a cui dovrebbe rivolgersi sono i suoi fratelli musulmani. Il germe dell’intolleranza religiosa è infatti patrimonio dell’Islam. Sarebbe troppo comodo soffermarsi qui sul trattamento riservato ai non musulmani nei paesi islamici. In Italia è stata costruita una grande moschea a Roma, considerata dai cattolici “città santa” quando al governo c’era un partito chiamato Democrazia Cristiana, che si ispirava ai valori ecclesiastici. In Arabia Saudita, non è consentita la costruzione di luoghi religiosi o anche soltanto la libertà di altri culti, perché secondo gli islamici quello stato è considerata terra santa dove non può esservi posto per altre religioni. Complimenti bella tolleranza.

Vorrei però che il signor Smith avesse il buon senso di rispondere ad alcune domande.

1)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza a condannare l’assurda pratica dell’infibulazione ben radicata fra alcune tribù islamiche che provoca la morte fra atroci dolori di tante giovani adolescenti?

2)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza di cui si proclama paladino a definire “criminali” i kamikaze che si fanno saltare in aria sugli autobus e nei pubblici locali provocando la morte di cittadini israeliani innocenti, compresi tanti bambini? Oppure anche lei li giudica dei martiri?

3)       Sarebbe pronto in nome della tolleranza a dichiarare pubblicamente che l’attacco alle torri gemelle dell’11 settembre 2001 è da considerare un crimine contro l’umanità?

4)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza a riconoscere come un crimine la distruzione dei Buddha ad opera dei talebani in Afganistan?

5)      Sarebbe pronto a riconoscere in nome della tolleranza che, promettere il paradiso con le vergini per chi si sacrifica in nome di Allah colpendo i nemici dell’Islam  è folle e criminale?

6)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza a firmare appelli per i diritti delle donne nei paesi islamici a cominciare dall’abolizione del burka o anche semplicemente del velo in testa che anche sua moglie probabilmente è costretta a portare?

7)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza a riconoscere antidemocratici governi teocratici come quello che da oltre vent’anni governa l’Iran?

8)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza a condannare la pena di morte tramite lapidazione ancora in uso solo ed esclusivamente nel mondo islamico?

9)      Sarebbe pronto in nome della tolleranza a battersi per la costruzione di una chiesa cristiana  o di una sinagoga in Arabia Saudita?

Quando avrà soddisfatto le mie richieste, caro signor Smith allora avrà titolo per pretendere la tolleranza. In caso contrario chiuda la bocca, lasci stare i crocefissi nelle scuole e eviti di presentarsi in televisione. Provi a vergognarsi se ne è capace.

Distinti saluti

 

 

 

 

                                                                                    Americo Mascarucci

                                                                                                Viterbo