27/10/05

Caro signor Pelanda, e' probabile che la riorma universitaria non sia
 cattiva e ha  rimediato agli errori passati.
 Il male piu' grande che afflige l'accademia e' la "coreferenza" la
 degenerazione della ricerca in un'attivita' di mediazione tra ambiti
 autoriflessivi.
 In questo senso la riforma Moratti offriva rimedi: ingresso in accademia
 di professionisti bravi. Come nel casi dei Mastroberardino che insegnano
 a Foggia.
 Purtroppo la riforma sbatte contro la dissoluzione della politica
 nazionale ad opera  del suo datore di lavoro.
 Senza una politica nazionale non ci sono strutture nazionali, non ci sono
 concorsi nazionali credibili  e tutto  si dissolve nel caos.
 E cosi'  una buona riforma si affossa nei veti incrociati  tra l'ambito
 nazionale dei concorsi e i finanziamenti locali delle cattedre.
 la conseguenza e' l'ennesimo paradosso:
 una buona riforma dell'universita' pubblica ha come effetto essenziale
 il suo  smantellamento

 saluti
 --FRF