| Caro signor Pelanda, e' probabile che la riorma universitaria non siacattiva e ha  rimediato agli errori passati.
 Il male piu' grande che afflige l'accademia e' la "coreferenza"
        la
 degenerazione della ricerca in un'attivita' di mediazione tra
        ambiti
 autoriflessivi.
 In questo senso la riforma Moratti offriva rimedi: ingresso in
        accademia
 di professionisti bravi. Come nel casi dei Mastroberardino che
        insegnano
 a Foggia.
 Purtroppo la riforma sbatte contro la dissoluzione della politica
 nazionale ad opera  del suo datore di lavoro.
 Senza una politica nazionale non ci sono strutture nazionali, non
        ci sono
 concorsi nazionali credibili  e tutto  si dissolve nel
        caos.
 E cosi'  una buona riforma si affossa nei veti incrociati 
        tra l'ambito
 nazionale dei concorsi e i finanziamenti locali delle cattedre.
 la conseguenza e' l'ennesimo paradosso:
 una buona riforma dell'universita' pubblica ha come effetto
        essenziale
 il suo  smantellamento
 
 saluti
 --FRF
 
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