11/10/2005
Caro Pelanda,
    dopo aver letto e condiviso l'analisi del tragico errore prodiano di accettare un cambio euro lira che ci mette furi gioco, mi sorprende leggere il finale del Tuo pezzo di oggi sul Giornale in cui t'iscrivi al numero di coloro che pensano che gli Stati Uniti siano disponibili a trattare con l'Europa il valore di cambio del dollaro.
Non è davvero una buona compagnia.
Per la cultura economica americana il valore del dollaro è stato sempre lasciato agli umori del mercato con l'eccezione degli interventi a fini interni.
Nessun presidente USA farebbe mai un accordo che prevede di concertare con gli europei il cambio della sua valuta; non lo farebbe perché un'idea del genere per lui non è neppure pensabile, non lo farebbe perché i suoi concittadini lo boccerebbero immediatamente.
E così nei suoi interventi il capo della Federal Reserve non ha mai calcolato granchè  il valore dell'Euro o di altre valute, né sembra avere intenzione di farlo ora in cui un dollaro basso gli sta benissimo.
Aspettarsi che gli americani ci imitino nelle cose che non sappiamo fare, come la gestione della moneta, mi  sembra un atteggiamento incomprensibile.
Se in passato lo avessero fatto oggi la nostra economia sarebbe veramente a terra.
Saluti cari.
 
Roberto A.