12/10/2001
Caro Pelanda,
non sto capendo questa guerra, alla quale sono favorevole. Parlo della guerra che, soprattutto americani e inglesi, stanno combattendo in Afghanistan per sconfiggere il terrorismo mondiale degli estremisti islamici. Ieri, a tavola in una trattoria sull'Aurelia, ho giurato alla mia compagna, a mia cugina e al suo compagno, che non mi avrebbero più sentito fare congetture sulla crisi mondiale che stiamo vivendo. Stop alle teorie, stop alle sentenze. So troppo poco per produrne. Perché non mi basta imbottirmi di informazioni dai media per sapere come stanno in realtà le cose.
 
Sono favorevole a questa guerra e ringrazio lei per il commento scritto su "Il Giornale" di giovedì 11 ottobre ("Il pacifismo non dà pace"). Il suo 'pezzo' potrebbe essere stato utile a svegliare qualche 'imbecille morale' di troppo ma soprattutto a chiarire un pochettino le idee di chi subisce ogni giorno un 'bombardamento' di notizie che sa molto più di film che di realtà (e questa ultima mia scoperta non è nemmeno troppo originale... ). E' proprio questo che sta pesando sulla mia coscenza, sulla mia mente, nella quale ancora scorrono le immagini delle Torri Gemelle centrate da aerei del terrore.
 
Domanda: si può mettere fine all'informazione spettacolo? Essa trova la sua massima realizzazione in Tv ma anche sui giornali non si scherza. Prima di concludere le faccio un esempio: pagina 39 (la prima di cronaca di Roma) sempre de "Il Giornale" di giovedì 11/10 (titolo "E nell'area del Vaticano la sicurezza è in borghese" a fondo pagina). Articolo firmato dal bravo Ruggero Capone che, però, credo dovrebbe farsi assumere dai servizi segreti, vista la sua invidiabile capacità di individuare agenti in borghese e apparecchiature radar in giro per Roma. Ora, ci vogliono degli imbecilli (stavolta 'totali') per credere che un onesto e bravo giornalista possa vedere "un prete di quarant'anni circa con occhiali tipo Ray Ban che occultano gran parte del volto... ", seduto "da circa due ore al tavolino d'un bar nei pressi del Vaticano" dal cui zaino "si vede spuntare l'antenna di una probabile ricetrasmittente". Oppure per individuare a via di Porta Angelica tre "preti cibernetici, distribuiti strategicamente" all'interno di una tavola calda. O, ancora, finti lavori in corso intorno alle mura vaticane, con furgoncini-spia muniti di "vetri ambrati e lunghe antenne a frusta", ecc. No, basta. Con tutto il rispetto per il lavoro di Capone, questo è troppo.
 
E' con queste invenzioni che, credo io, diamo ai 'pacifisti a tutti i costi' l'opportunità di sbeffeggiare o criticare la giusta guerra che l'Occidente che ha davvero voglia di pace sta combattendo. Se questa guerra è così terribilmente seria (a New York ci sono stati oltre 6.000 morti, o ricordo male... ?) come a me appare, anche tutte le parole che su di essa vengono dette e scritte lo devono essere.
 
Con stima,
Stefano Marzetti.
 
Eventuale risposta a szetti@tiscalinet.it (grazie)