12/10/2001

Gentile professore,
 innanzi tutto un grazie per questo e per i tantissimi altri articoli che
 hanno il pregio di mettere in ordine, con parole chiare, intessute di
lucida logica e passione diretta, concetti che condivido, ma che francamente in
me si agitano un po' confusi, a volte contraddittori.
 Non voglio certo commentarlo, non ce n'è davvero bisogno, piuttosto le
 vorrei porre qualche domanda, una sua risposta mi gratificherebbe.
 Punto primo.
 Il pacifismo come paravento per posizioni antioccidentali.
 Io francamente non capisco e non sopporto chi sputa nel piatto in cui ha
 mangiato, mangia e mangerà, ma aldilà di questo, fermo restante il
pensiero di Voltaire nei confronti di chi non la pensava come lui, le chiedo se una
 lettura in chiave psicanalitica di questi atteggiamenti ne possa spiegare
 gli esiti aberranti; c'è del masochismo nell'intellettuale italiano e in
 minor misura anche europeo? C'è forse un'immaturità non risolta che che lo
 porta a negare le radici stesse da cui trae linfa vitale, è forse affetto
da un grave complesso di inferiorità che lo induce al disprezzo nei confronti
 di chiunque sa costruire benessere e migliorare continuamente di fatto la
 qualità della vita di tutti, loro compresi? Come le dicevo io ho le idee
un po' confuse e l'argomento è così vasto e complesso che necessita
 capacità di sintesi non comuni.
 Punto secondo.
 Il basso "tasso di varietà culturale", come lei elegantemente definisce
 l'anomalia italiana, produce un'atmosfera soffocante, francamente
 intollerabile, si deve sempre più spesso cambiare rabbiosamente canale e
 questa non è una reazione commendevole per una mente libera, ma purtroppo
i nervi saltano talvolta; perfino al Ministro dell'Interno che ha
 manifestato il suo disagio nel trovare quale interlocutore il Casarini;
 forse non doveva esternare il suo disagio, ma davvero non se ne può più.
 Basterà cambiare il Consiglio di Amministrazione della RAI? non basterà di
 certo, però sarebbe un buon inizio. Mi domando talvolta se, in momenti
gravi come questi, la libertà incondizionata di parola, di corteo e altri
esercizi intellettuali del tipo metti un giorno d'estate a Genova sia un lusso che
 non possiamo permetterci, pena la nostra stessa sopravvivenza (in
 guerra c'è il coprifuoco), poi penso a Voltaire.......e cambio canale.
 Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.

 Francesco Sanvilli