Caro Pelanda,
e adesso? Con questo ministro dell'economia ( che potrebbe
tranquillamente essere del centrosinistra ) e questa legge finanziaria (
leggi l'apprezzamento di Visco ! su La Repubblica dell' 11 novenbre) cosa
resta del partito azzurro?
Cosa resta del ceto produttivo al potere?
Restano democristiani e post alleanza nazionalisi neo missini che stanno
facendo il 99% della politica economica; restano milioni di cittadini
delusi.
Otre ad una Confindustria che si rivela ottusa quando chiede sgravi per se
a spese dei consumatori, come se avesse altrove per vendere i prori
prodotti carissimi.
Liberalizzazioni, privatizzazioni, delegificazione, semplificazione
burocratica, per non parlare di tasse ( +0,7 % nel 2003, fonte OCSE ) sono
parole che da anni non hanno pių senso.
Il bilancio dello Stato č diventato l'economia dell'Italia; questa
cultura delirante, o solo furbetta, ci sta trascinando verso una
marginalitā ancora pių periferica.
Qualcuno che afferma di capire di cose di economia si scaglia contro
l'acquisto di aziende italiane da parte di stranieri; non sembrano in
grado di capire che senza soldi non si fa nč una banca nč un'industria, nč
si puō mantenerla.
E che per avere soldi bisogna fare fatturato ed utili per anni.
A questo punto l'unica via d'uscita per Berlusconi č dimettersi, salvando
quel poco di faccia che gli rimane, lasciando a Letta ufficialmente
l'incarico.
Ogni altra soluzione confermerebbe i peggiori commenti che il premier ha
ricevuto in questi anni.
Cordiali saluti
ROBERTO ALESSI
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