03/11/2002

Grazie Eugenio, non so se la mia risposta sarà illuminante. Sicurezza e salute sono funzioni di un calcolo costi/benefici. Può essere esplicito o implicito e si basa si due parametri: le risorse generali assolute e le allocazioni relative all'interno di questo limite. Modernizzazione significa rendere sempre più espliciti i criterii. Per esempio, se le mie risorse basiche sono 100 e non di più dovrò trovare i soldi per dare più salute, e libertà discrezionale ai medici, togliendo qualcosa a qualcun altro. Io farei così. Lo Stato italiano fornisce un eccesso di garanzie economiche alla popolazione che va dai 30 ai 55 anni. Proprio quella fascia che ne avrebbe meno bisogno in quando adulta e presumibilmente più fattiva e, mediamente, forte dei giovani e più anziani. Toglierei queste garanzie in eccesso (poniamo 60 miliardi di euro) e ne darei una parte alle età più bisognose di investimento educativo o reddito pensionistico e con l'altra caricherei la qualità dei servizi medici, le funzioni di sicurezza civile e la ricerca scientifica. I soldi che Le eviterebebro il conflitto si troverebbero così (un'altra parte attraverso un miglior rapporto Stato - mercato nell'ambito della sanità). Mi sembra semplice. Con un problemino: tale riallocazione di risorse cambierebbe la natura socialista del nostro welfare: chi lo dice alle sinistre ed ai sindacati?

Lei potrebbe dirlo così: ragazzi, o diamo soldi a dei lavativi oppure curiamo più persone. Sarebbe interessante sottolineare che il vero conflitto, alla fine, è tra un'area di popolazione troppo ed inutilmente protetta ed una che non lo è abbastanza, perfino a livello di diritto alla salute (oltre che della sicurezza territoriale), a causa dei privilegi della prima. Mi faccia sapere cosa decide di dire. Cari saluti, Suo CP  
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Sent: Sunday, November 03, 2002 5:18 PM
Subject: medici e spesa sanitaria

Chiar.mo Prof.Pelanda, sono un Medico di Medicina Generale eletto dai colleghi, e senza etichette sindacali, in un comitato ASL che si dovrebbe occupare di programmazione sanitaria. Lo spunto per scriverle nasce dalla lettura del suo articolo sul Giornale di oggi sulla difficoltà di prevenzione dei grandi rischi.
La nostra posizione di Medici di Base ci pone drammaticamente in una situazione di conflitto in cui noi siamo, mi sembra,l'elemento debole:da una parte il bisogno di salute della popolazione che sta crescendo,dall'altra l'esigenza di contenimento della spesa da parte dello stato.
Un esempio: la ricerca farmacologica ci mette a disposizione una classe di molecole, le statine, in grado di prevenire drasticamente la morbilità e la mortalità per cause cardiovascolari. Il sistema sanitario le dispensa senza partecipazione di spesa per una popolazione a rischio. In base a nostri dati locali noi medici riusciamo a prescrivere questi farmaci a un numero di pazienti inferiore a quanti potrebbero beneficiarne.L'atteggiamento dell'Azienda non è quello di considerare questo come un indice  negativo ma al contrario è quello di sanzionare chi prescrive sopra un indice di spesa media senza alcuna rilevanza epidemiologica reale.
Secondo esempio: chi prescrive un accertamento clinico sopra la media prescrittiva,(dato statistico e non epidemiologico), è soggetto a indagine, mentre il centro erogatore dell'accertamento è incentivato a incrementarne la produzione, per ovvi motivi se privato in convenzione, per criteri di produttività se pubblico.
E' evidente che non puo' essere il medico di base a farsi carico di mediare tra cura del pz, ( che sarebbe poi il nostro compito deontologico e istituzionale, oltre che quello per cui siamo stati formati), e l'esigenza di controllo della spesa, tantopiù che il cittadino-utente è sempre collocato al centro del sistema con il potere di scegliere come e dove curarsi.
Ed è altrettanto evidente che la spesa sanitaria, per definizione destinata ad aumentare con il progresso e la ricerca del benessere, non può essere controllata se il cittadino-utente-elettore non viene messo nella condizione di coincidere con il cittadino-contribuente che la finanzia con le tasse.
Mi piacerebbe conoscere quali sono le sue considerazioni sul problema.
La ringrazio per l'attenzione e resto in attesa di una sua illuminante risposta.
Aldo Nobili. 27034 Lomello PV.