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 PCI: si può leggere anche come partito dei cuculi italiani, cioè quella razza di uccelli fregaroli e pigri che pongono le loro uova nei nidi degli altri, dopo aver “fatto fuori” le uova vere e originarie. Dopo
 aver spacciato per tanto tempo che i comunisti erano diventati liberali
 (evidentemente il nido liberale era troppo scomodo e stretto) adesso il
 Congresso DS ex Pci sancisce, con auto dichiarazione di essere diventato “socialdemocratico”
 ma senza dare minima prova di quanto asserisce, anzi viene presentata
 questa scelta, come la naturale conseguenza di un cammino iniziato 10 anni fa.
 Un’ autodichia che nemmeno organi dello Stato azzardano. E’ del saggio mutare di parere, anche altri partiti europei hanno fatto lo strappo dal marxismo- leninismo, ma in modo esplicito e rinnegando in toto, in modo chiaro, netto e incontrovertibile la precedente radice comunista, anzi recidendola di netto, senza ripensamenti furbeschi, per non farla ricrescere al proprio interno. A Pesaro, ma anche prima di Pesaro, si è passati per forme surrettizie di fuoriuscita collettiva, dimenticandosi di fare piazza pulita del passato. Salvo privati coraggiosi che individualmente negli anni scorsi e al culmine delle manifestazioni peggiori di attaccamento servile al potere sovietico e di ossequio codino e reazionario, hanno buttato (la tonaca stavo per dire) il “burqa comunista” alle ortiche. Ci
 si approfitta del fatto ignobile,  repellente
 talmente inaccettabile da meritare conati di vomito, che i veri socialisti, i
 socialdemocratici, i laici nel loro insieme, i liberali anche loro, (salvo
 alcune nobili anime fuggite a sinistra),  siano
 stati fatti fuori e massacrati con l’aiuto potente e non disinteressato del golpe
 mediatico giudiziario. Si sorvola tranquillamente sul fatto che il primo strappo da parte dei comunisti avvenne nel 1921 e fu loro, dei comunisti cioè, non certo dei socialisti riformisti, dei socialisti turatiani il rinnegare la radice o la matrice socialista, considerandola infetta e borghese. Oggi
 distrutti con l’artiglieria inquisitoria i due storici partiti socialisti
 italiani (insieme agli altri partiti democratici) ci si vuole immettere nel nido politico altrui, per uno strano diritto, direi per
 un’arroganza intellettuale e la presunzione di avere sempre e comunque
 ragione. Peggio,
 si vuol far credere di essere i veri uccelli depositari e “proprietari” del
 nido politico individuato e conquistato con la truffa, e quindi gli unici veri
 padroni ed eredi del socialismo come lo abbiamo conosciuto tutti. E’
 del saggio mutar di parere: ma allora perché non compiere il passaggio del
 Rubicone, il traghettamento definitivo a lidi socialdemocratici, il guado verso
 le forme di libertà e democrazia in modo esplicito e trasparente? Per
 esempio adesso che non sono più, a loro dire, comunisti, perché non
 consentire le indagini su Mitrohkin, su Tangentopoli, su Telecom Serbia (ahi
 Bankitalia perché non hai controllato a dovere i sacchi di juta che l’ing
 Aloja, mio ex compagno di liceo, ha dichiarato sul Giornale essere pieni di
 dollari?). Cortez
 distrusse i vascelli dietro di sé per spingere i suoi spagnoli alla conquista
 dell’attuale Messico; perché non aprire gli archivi che sono conservati a
 Mosca, a cura e spese di tutti noi, cioè pagati dallo Stato Italiano e che
 contengono  i rapporti segreti tra
 PCI e URSS (quella cosa che si scrive CCCP e che si può anche leggere in modo
 goliardico e che non ripeto)? Perché
 non chiedere a Berlino l’apertura degli archivi della Stasi? Se la
 potentissima polizia segreta tedesca dell’est ha saputo conservare le
 nefandezze della Wermacht e dei nazisti a danno dei nostri soldati a Cefalonia,
 nel settembre del 1943, non crederete davvero che abbia buttato le carte
 riguardanti il PCI. Che
 ci vuole neo- socialdemocratici: un po’ di coraggio tanto non siete più
 comunisti, l’ha detto pure il dottor sottile, a cui meglio di tutti ha
 risposto la Figlia dell’Esule di Hammamet: il dottor nessuno e non sottile. Il
 precedente è illustre: se il mio ottimo professore di greco e latino, Fratel
 Teodoro Wechenmann (5 anni di galera nazista per non avere voluto indossare,
 com’era suo diritto non farlo, la divisa della Wermacht, forse Colui che con
 la Sua galera mi ha spinto a diventare liberale già dall’epoca del
 ginnasio), non si rigira nella tomba, Nessuno in greco si dice: Odisseo. E
 allora invece di chiamarlo sottile o nessuno, perché non chiamarlo Odisseo;
 anche Ulisse ne fece di cotte e di crude, cambio casacca ed idee, cambiò dei
 protettori, girò da tutte le parti conosciute nell’antichità  prima
 di ritornare a casa.  E
 di Ulisse e del Cavallo di Troja il dottor sottile ne deve sapere molto e
 assimilato abbastanza, come la falsa fine della guerra, la falsa ritirata, il
 porgere doni all’avversario e nemico: timeo danaos et dona ferentes.  Il
 dottor sottile si ritroverebbe a casa sua nella pancia del cavallo e infatti,
 come nella favola omerica il fertile d’ingegno Ulisse inventava trappole
 perfettamente riuscite, così a Pesaro il novello Odisseo ha raccontato del
 bisticcio riformisti / riformatori.  Patetica
 anche la nota: abbiamo lo stesso sangue (e ci mancherebbe altro che raccontasse
 di avere il sangue blu solo per essere stato, vicino al Presidente Craxi, ed anche socialista o avere frequentato la direzione socialista!) e
 tante altre belle leggende metropolitane, compreso che lui Odisseo, poteva non
 sapere.  Ulisse
 dovette uccidere i Proci, per riconquistare il diritto a rientrare a casa sua.
 Non chiedo certo di uccidere persone, ma di “uccidere” la matrice leninista comunista
 “mettendo in piazza” e insegnando alle nuove generazioni che oltre alle
 tragedie del nazismo (e del fascismo italiano), c’è stata la tragedia molto
 più grave del comunismo. E
 visto che questi nuovi socialdemocratici s’intendono
 così bene con i cattolici di sinistra, perché non si ricordano dei Dottori
 Agostino e Paolo che ebbero il coraggio di abiurare ambedue il loro passato di
 dissoluto l’uno, di delinquente e assassino romano l’altro, prima di
 imbracciare una nuova fede? Fede che li ha fatti conoscere fino ad oggi? Ora
 la socialdemocrazia o il socialismo liberale, culture laiche per eccellenza,
 non sono fedi religiose; sono ideologie dell’uomo libero che
 dall’umanesimo, come il liberalismo e le altre ideologie laiche, si basano su
 valori democratici riconosciuti, sperimentati, discussi e condivisisi e
 condivisibili, valori che hanno sempre cozzato e cozzano contro tutti i
 totalitarismi, con il comunismo in particolare, che finge di discutere e pensa
 solo al potere proprio, e che spesso dal comunismo sono stati “fatti
 fuori”, sicuramente sempre avversati e combattuti. Aspetto
 fatti concludenti, direbbe un avvocato. Jean
 Valjean 
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