11/11/2001

Esimio Professore,

La seguo talvolta per radio.

So che, da oggi, ha ripreso la conduzione della trasmissione prima pagina, radio tre.

Premesso che la giudico una trasmissione di propaganda aperta ai progressisti, ai comunisti, agli ecologisti, ai piagnucolatori di tutte le sorte, all’interno della quale, più che formulare domande, si espongono opinioni (nel migliore dei casi) di personaggi, molto spesso i soliti personaggi, i quali ritengono che democrazia voglia significare la possibilità garantita a tutti di poter dire la propria e che la verità sia il risultato o meglio, la media delle opinioni espresse, non solo in politica, che sarebbe il male minore, ma su temi i più disparati, dalla religione, alla scienza, alla vita dopo la morte, etc. A parte questa premessa, forse scontata, ho sentito nella trasmissione di sabato un signore, chiamiamolo così, che riportava l’esecrazione di un sacerdote per l’attuale situazione politica italiana e la volontà di questo prete di lasciare l’Italia, paese di cui si vergogna, forse, ma non è questo il punto. Rispondeva il Prof. Villari e tra le varie ricordava paternamente all’ascoltatore che i Berlusconi passano perché sono, in ultima analisi, il prodotto di un errore: il popolo dei votanti d’ITALIA si sarebbe sbagliato, forse sviato da qualche gruppo o lobby di potere, da toppa pubblicità, non so cosa.

Questa è la domanda: è ancora possibile che il voto di un popolo non sia ancora il risultato di una libera scelta, che il popolo abbia ancora bisogno dell’avanguardia di intellettuali rossi per capire finalmente che cosa deve scegliere e quali sono le idee che deve far proprie?

Io guadagno ca 2.200.000 di lire al mese e, Le confesso, non ne posso più di questa gente che pretende di insegnarmi via vita e verità, quasi sempre con pancia e portafoglio gonfi.

Un aneddoto: all’esame di storia contemporanea portai un testo in più di quelli previsti, ed il Prof. Angelo Gambasin me ne chiese la ragione. Risposi che non se ne poteva proprio di interpretazioni di parte (il testo allora era proprio quello del Villari), e mi permisi di fargli notare alcuni dei tanti passi “tendenziosi” portando allo stesso tempo l’interpretazione dell’altro autore da me scelto.

Mi presi un bel trenta e l’anno successivo ebbi la soddisfazione di vedere tra i testi proposti per l’esame di storia contemporanea anche quello dell’AUTORE da me scelto.

 

La ringrazio e la saluto.

 

renzo boschetto