21/11/2000

Caro Dott. Pelanda,
voglio personalmente ringraziarla per l'equilibrio con il quale conduce la trasmissione in oggetto, che ascolto ogni mattina. Faccio poi riferimento alla telefonata di quel Signore, bancario, che con tanto calore sosteneva le "buone ragioni" delle Banche e con il quale Lei ha parzialmente concordato:
Il signore ha fatto un paragone tra un "normale" commerciante che compra a 100 e rivende a 130, caricando un margine del 30%, da tutti ritenuto accettabile, mentre una "povera" Banca ad oggi paga il denaro il 4% e lo rivende al 7% (parole del suo interlocutore) e viene criticata. Mi pare giusto, se i termini del problema fossero come quelli enunciati, che tutti avessero da ridire, prima della Cassazione, perché il margine indicato è pari al 75%, ben maggiore di quello indicato a confronto. Inoltre, sono d'accordo con Lei che sia discutibile intervenire retroattivamente su accordi presi tra le parti "liberamente", ma tale rispetto è valido nel caso che le due parti abbiano pari condizioni e potere di scelta rispetto ai termini dell'accordo che vanno a sottoscrivere. Se uno dei due attori è in palese inferiorità, deve per forza avere maggiori tutele e garanzie da parte di un terzo, come avviene per i soci di minoranza nelle Società di capitali. Noi utenti, con le Banche, non abbiamo mai avuto vera scelta, almeno fino ad ora, perché le condizioni erano sempre uguali, cambiando solo il nome sul biglietto da visita. Tenendo conto di questi aspetti del sistema, il ricorso che alcuni fanno agli strozzini non è solo figlio dell'incompetenza e dell'incapacità nel gestire un'attività, ma anche di una triste situazione di "Cartello", così dura ad essere debellata. La verità, a mio modesto avviso, è che avremmo bisogno di Banche con personaggi competenti a valutare le reali situazioni della loro clientela e non solo dei semplici mercanti di denaro.
Come Lei avrà capito, non sono un competente del settore e mi scuso se le mie osservazioni potranno apparirle puerili.
Contando di ascoltarla ancora, cordiali saluti ed auguri.
Maurizio Provvedi