Caro Dott. Pelanda,
      voglio personalmente ringraziarla per l'equilibrio con il quale conduce la
      trasmissione in oggetto, che ascolto ogni mattina. Faccio poi riferimento
      alla telefonata di quel Signore, bancario, che con tanto calore sosteneva
      le "buone ragioni" delle Banche e con il quale Lei ha
      parzialmente concordato:
      Il signore ha fatto un paragone tra un "normale" commerciante
      che compra a 100 e rivende a 130, caricando un margine del 30%, da tutti
      ritenuto accettabile, mentre una "povera" Banca ad oggi paga il
      denaro il 4% e lo rivende al 7% (parole del suo interlocutore) e viene
      criticata. Mi pare giusto, se i termini del problema fossero come quelli
      enunciati, che tutti avessero da ridire, prima della Cassazione, perché
      il margine indicato è pari al 75%, ben maggiore di quello indicato a
      confronto. Inoltre, sono d'accordo con Lei che sia discutibile intervenire
      retroattivamente su accordi presi tra le parti "liberamente", ma
      tale rispetto è valido nel caso che le due parti abbiano pari condizioni
      e potere di scelta rispetto ai termini dell'accordo che vanno a
      sottoscrivere. Se uno dei due attori è in palese inferiorità, deve per
      forza avere maggiori tutele e garanzie da parte di un terzo, come avviene
      per i soci di minoranza nelle Società di capitali. Noi utenti, con le
      Banche, non abbiamo mai avuto vera scelta, almeno fino ad ora, perché le
      condizioni erano sempre uguali, cambiando solo il nome sul biglietto da
      visita. Tenendo conto di questi aspetti del sistema, il ricorso che alcuni
      fanno agli strozzini non è solo figlio dell'incompetenza e dell'incapacità
      nel gestire un'attività, ma anche di una triste situazione di
      "Cartello", così dura ad essere debellata. La verità, a mio
      modesto avviso, è che avremmo bisogno di Banche con personaggi competenti
      a valutare le reali situazioni della loro clientela e non solo dei
      semplici mercanti di denaro.
      Come Lei avrà capito, non sono un competente del settore e mi scuso se le
      mie osservazioni potranno apparirle puerili.
      Contando di ascoltarla ancora, cordiali saluti ed auguri.
      Maurizio Provvedi