24/10/2000

Caro Dottore, ho letto il suo articolo su "Il Giornale" intitolato "Un controllo su quello che si impara a scuola" che mi trova completamente d'accordo. Credo sia una necessità, che però mi spinge ad aggiungere che lei è coraggioso a scrivere queste cose dato il clima di conformismo culturale nel quale siamo immersi. Avrei solo da aggiungere una proposta, e qui rischio di passare anche più coraggioso di lei. All'elenco delle materie: matematica, pensiero logico, espressione linguistica, storia, scienze aggiungerei "Etica".

L'etica permette di distinguere ciò che è bene da ciò che è male ed è insegnabile. Il primo a farlo, non dico certo cose nuove, è stato Aristotele. Con l'introduzione della ideologia il marxismo ha contribuito a mettere in crisi l'etica. Poi anche altri hanno contribuito, sempre alla fine dell'800: Nietzsce e Freud. Ora che la crisi è sopraggiunta per il marxismo ed è certificata, e che anche Nietzsce e Freud non godono di ottima salute non sarebbe pensabile ritornare alla natura e insegnare ai giovani cosa e quali sono le virtù e i vizi? In fondo anche Gesù Cristo ha detto: date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare. Ritorniamo a far fare a Cesare quello che gli compete, in piena libertà. Non ci lasciamo prendere dalla confusione tra morale ed etica. Sono due ambiti completamente separati e lo stato non deve insegnare la morale agli individui; l'etica credo sia suo dovere farlo. Ora non c'è nessuno a farlo.
Cordiali saluti. Ing. Pierluigi Olmi