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  EGR. PROF. CARLO PELANDA,     Le vorrei far notare che Lei, rispondendo agli
      ascoltatori durante la linea diretta, non consente loro di esprimersi
      compiutamente quando accennano a formulare delle critiche nei confronti
      del Cavaliere; se invece vogliono trattare il problema dell’acqua alta
      di Venezia o altro argomento asettico viene loro concesso più spazio.     Perché all’ascoltatore al quale, bontà Sua,
      fu concesso ieri mattina di sostenere che l’on. Berlusconi, se avesse
      voluto affermare solennemente la sua innocenza, avrebbe potuto rinunciare
      alla prescrizione (un uomo politico che aspira a governare l’Italia ha
      il dovere di non sfuggire al giudizio dei giudici avvalendosi della
      prescrizione) Lei non ha dato sul punto alcuna risposta?     Perché Lei ha sostenuto che l’on. Berlusconi
      è stato assolto da tutti i reati contestatigli, quando è vero, invece,
      che taluni di essi sono stati dichiarati estinti per prescrizione?     Per quanto attiene agli avvisi da notificare al
      predetto io proporrei che i P.M. adottassero la seguente formula:
      “Ill.mo cav. Silvio Berlusconi, dovendo procedere a indagine sul Suo
      conto la pregheremmo sommessamente di darci la sua benevola
      autorizzazione. Vorrà pure comunicarci in che luogo, anno, giorno e ora
      potremo farLe notificare qualche avviso”         
                Ultima notazione: 
      è vero che è il P.M. ad esercitare l’azione penale, ma è il
      giudice a disporre il rinvio a giudizio, potendo eventualmente pronunciare
      sentenza di non luogo a procedere quando gli elementi acquisiti risultano
      insufficienti, contraddittori o comunque non idonei a sostenere l’accusa
      in giudizio (art. 425 c.p.p.).       Si assume che i P.M. sono comunisti; ma anche i
      giudici lo sono?     Un tantino di obiettività non guasterebbe!     Con ossequi.     Sant’Angelo di Brolo, 23 novembre 2000   
       Carlo Magistro 
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