24/11/2000

   

 EGR. PROF. CARLO PELANDA,

    Le vorrei far notare che Lei, rispondendo agli ascoltatori durante la linea diretta, non consente loro di esprimersi compiutamente quando accennano a formulare delle critiche nei confronti del Cavaliere; se invece vogliono trattare il problema dell’acqua alta di Venezia o altro argomento asettico viene loro concesso più spazio.

    Perché all’ascoltatore al quale, bontà Sua, fu concesso ieri mattina di sostenere che l’on. Berlusconi, se avesse voluto affermare solennemente la sua innocenza, avrebbe potuto rinunciare alla prescrizione (un uomo politico che aspira a governare l’Italia ha il dovere di non sfuggire al giudizio dei giudici avvalendosi della prescrizione) Lei non ha dato sul punto alcuna risposta?

    Perché Lei ha sostenuto che l’on. Berlusconi è stato assolto da tutti i reati contestatigli, quando è vero, invece, che taluni di essi sono stati dichiarati estinti per prescrizione?

    Per quanto attiene agli avvisi da notificare al predetto io proporrei che i P.M. adottassero la seguente formula: “Ill.mo cav. Silvio Berlusconi, dovendo procedere a indagine sul Suo conto la pregheremmo sommessamente di darci la sua benevola autorizzazione. Vorrà pure comunicarci in che luogo, anno, giorno e ora potremo farLe notificare qualche avviso”         

   

    Ultima notazione:  è vero che è il P.M. ad esercitare l’azione penale, ma è il giudice a disporre il rinvio a giudizio, potendo eventualmente pronunciare sentenza di non luogo a procedere quando gli elementi acquisiti risultano insufficienti, contraddittori o comunque non idonei a sostenere l’accusa in giudizio (art. 425 c.p.p.). 

    Si assume che i P.M. sono comunisti; ma anche i giudici lo sono?

    Un tantino di obiettività non guasterebbe!

    Con ossequi.

    Sant’Angelo di Brolo, 23 novembre 2000   

    Carlo Magistro