23/11/2000


> L'Aquila, 23 11 2000
> Al prof. Carlo Pelanda
> Caro collega
> La chiamo collega con una certa invidia, poiche' lei e' professore in
> un'Universita' USA ed io ricordo ancora con gioia i due anni trascorsi
come
> visitatore a UCSB.
> Ho il piacere di ascoltarla nella trasmissione su RAI 3 al mattino. Sono
> stato molto contento di udire la sua opinione sull'abbandono dell'energia
> nucleare e sull'importanza della ricerca scientifica. Vorrei fornirle
> alcune informazioni e considerazioni ed un appello.
> Tutti i programmi di ricerca finanziati dal MURST in Italia riceveranno
nel
> prossimo biennio 251 miliardi di lire, di questi 159 per discipline
> scientifiche e mediche, il restante per ingegneria, lettere, filosofia,
> legge, economia, scienze politiche. Puo' trovare il dettaglio di queste
> informazioni presso il sito del MURST  http://sito.cineca.it/ Se si
> aggiungono i soldi spesi dal CNR tra finanziamenti agli organi e progetti
> finalizzati questa cifra non e' nemmeno raddoppiata.
> Come dovrebbe essere per tutte le persone di buonsenso lei e' molto
> sensibile ai problemi ambientali e, tra questi, alla prevenzione
> dell'effetto serra; in questo caso l'unica vera soluzione e' prevenire,
nel
> momento in cui si avesse la certezza probabilmente sarebbe impossibile
> tornare indietro. Le propongo un breve ragionamento "per assurdo" relativo
> alla sola anidride carbonica (CO2). Grosso modo il 30% delle emissioni di
> anidride carbonica deriva dal trasporto. Il rimanente 70% dalla produzione
> di energia elettrica, riscaldamento etc. Se con un colpo di bacchetta
> magica sostituissimo il nucleare al petrolio nella produzione di energia
> elettrica ed usassimo (come si fa' in alcuni paesi) l'acqua di
> raffreddamento per il riscaldamento domestico, avremmo eliminato il 70%
> delle emissioni di CO2. Se sostituissimo i motori a scoppio con motori
> Diesel (auto normali, non parliamo di macchine che con 3 litri fanno 100
> chilometri), grazie al miglior ciclo termodinamico, potremmo eliminare un
> ulteriore 10%. Se poi si ottimizzassero i sistemi di trasporto (urbani ed
> industriali) probabilmente scomparirebbe un altro 10%. Voglio sottolineare
> che in questo ragionamento "per assurdo" ho fatto riferimento solo a
> tecnologie ampliamente sperimentate e disponibili da almeno 20 anni. Il
> vero problema e' rendersi conto dell'esistenza del problema ed avere
voglia
> e coraggio di fare le corrette scelte di politica energetica.
>
> Le invio un appello relativo agli OGM, di cui forse e' gia' a conoscenza.
> Debbo confessare che domenica scorsa non la ho ascoltata e percio' non so
> se ha gia' trattato quest'argomento.
> Cordiali saluti Giorgio Cerichelli
>
>
> Appello contro la politica del MiPAF. Sul supplemento culturale del "Sole
> 24 ore" di domenica 5 novembre e' stato pubblicato un appello, a firma di
> diversi ricercatori dell'Universita' e del CNR, contro la politica del
> MiPAF (ex-Ministero dell'Agricoltura) nei riguardi degli OGM e piu' in
> particolare contro i tagli ai finanziamenti alla ricerca
> agro-biotecnologica. Il testo e' pubblicato all'indirizzo:
> http://sole.ilsole24ore.com/cultura/domenica/focus_0511/focus_appello.htm
> Chi volesse aderire all'appello puo' semplicemente inviare un  messaggio
di
> assenso all'indirizzo e-mail:
>          appelloMipaf@hotmail.com
>
> Siamo oggi a oltre 500  firme.  L'appello sara' ripreso tra breve
> dall'Informatore Agrario (37000 copie spedite in abbonamento), da "Le
> Scienze" sul prossimo numero di dicembre, da Nature Biotechnology di
> dicembre ed altri giornali internazionali. La raccolta firme andra' avanti
> per tutto dicembre almeno e vi chiedo di diffonderlo a tutte le persone
che
> conoscete inclusi studenti e neolaureati, e su tutte le liste comuni di
> discussione Per semplicita' vi allego una copia dell'appello:
> "La ricerca italiana in campo agrobiotecnologico versa in una situazione
> drammatica. La sua stessa sopravvivenza è messa a repentaglio da alcune
> iniziative dell'On. Pecoraro Scanio, Ministro per le politiche agricole e
> forestali (MiPAF). Dopo aver promosso una lunga campagna contro l'utilizzo
> della genetica moderna in campo agricolo, il ministro è passato alle vie
di
> fatto promulgando direttive volte a far chiudere tutte le ricerche che
> utilizzano organismi geneticamente modificati (Ogm). La decisione
> ministeriale di annullare le sperimentazioni con Ogm in Italia non ha
nulla
> a che vedere con considerazioni di tipo precauzionale: l'attività di
studio
> e ricerca con Ogm da un lato già rispetta norme precise e specifiche
> direttive europee, dall'altro non riguarda affatto la commercializzazione
> di prodotti Ogm, materia che ricade sotto la giurisdizione delle parti
> sociali. Il MiPAF ha deciso di utilizzare i finanziamenti per la ricerca e
> la sperimentazione in campo agricolo come uno strumento per imprimere una
> svolta repressiva alla ricerca pubblica. Ai ricercatori del MiPAF, ma
anche
> di Cnr, Enea e Università, infatti, è stato esplicitamente richiesto, per
> poter accedere ai finanziamenti, di rivedere i programmi di ricerca per il
> 2001. Di fatto, chi intenda continuare a lavorare nell'ambito dei Progetti
> di Ricerca del MiPAF è tenuto a eliminare "volontariamente" dalle sue
> attività di ricerca qualunque sperimentazione con Ogm. La pressione
imposta
> ai ricercatori del settore risulta tanto più grave in quanto i ricercatori
> dovranno interrompere programmi già proposti al MiPAF e da questo
approvati
> a partire dal 1996 e per i quali avevano già ricevuto una prima tranche di
> finanziamenti. Tra i progetti finalizzati a rischio sono, ad esempio:
> "Biotecnologie vegetali" e "Biotecnologie in animali in produzione
> zootecnica" oltre a progetti di settore come i Piani Nazionali
> "Orticoltura", "Floricoltura" e "Frutticoltura", ma anche Programmi
> Ordinari di Ricerca di almeno 10 Istituti del MiPAF con applicazioni in
> settori di ricerca interessanti come quelli della resistenza a patogeni, a
> stress abiotici e qualità del prodotto. Ai ricercatori viene insomma
> chiesto di rinnegare la propria professionalità e la propria identità
> intellettuale, ovvero di modificare attività di ricerca da loro proposte e
> svolte negli ultimi quattro anni e, vale la pena ribadirlo, già approvate
> dal MiPAF. <DC>Interrompere questi progetti di ricerca significa anche
> rinunciare a raccogliere i frutti dei fondi già investiti, sacrificando le
> prospettive di sviluppo della ricerca agroindustriale italiana, che pure
> vanta una considerevole tradizione e recenti successi proprio nel campo
> della genetica agraria innovativa. Questa decisione ne rincorre un'altra
> dello stesso stampo dell'ex assessore verde della regione Marche che ha
> emanato un decreto in cui si chiede ai centri di ricerca che dichiarino di
> non eseguire ricerche sugli Ogm se vogliono accedere a qualsiasi
> finanziamento. Difficilmente si può ritenere che l'on. Pecoraro Scanio,
che
> ha fatto dell'opposizione ad alcuni strumenti biotecnologici una bandiera
> politica, interpreti correttamente le linee espresse dal Governo. Mai gli
> attuali Ministri del MURST (che comprende CNR ed ENEA), della Sanità e
> dell'Industria hanno pensato di strangolare la ricerca biotecnologica che
> preveda anche lo studio di Ogm. Anzi le istituzioni pubbliche italiane
> hanno ben dimostrato che le biotecnologie agroindustriali non sono
> monopolio delle multinazionali, ma patrimonio collettivo nazionale.
> Impegnarsi nella ricerca agroindustriale senza pregiudizi di sorta è un
> requisito indispensabile per difendere la competitività del settore
> agricolo italiano a livello europeo e internazionale. Perseguire la strada
> della ricerca e dell'innovazione, infatti, è il modo più efficace per
> difendere la ricchezza delle varietà agricole e dei prodotti tipici
> dell'agricoltura italiana che altrimenti sono destinati a soccombere nel
> confronto internazionale.
> Da nessuna parte in Europa si sta commettendo l'errore di credere che le
> legittime istanze di tutela dell'agricoltura tradizionale e dell'ambiente
> debbano essere accompagnate dalla penalizzazione della ricerca. In
Germania
> il BML (Bundesministerium fuer Ernaehrung, Landwirtschaft und Forsten),
> riconosce esplicitamente che "i metodi di produzione tesi a tutelare
> l'ambiente e il benessere animale, non implicano la rinuncia all'uso e
> all'ulteriore sviluppo delle moderne tecnologie come l'ingegneria genetica
> e le nuove tecnologie dell'informazione. Semmai è vero il contrario: esse
> sono indispensabili per raggiungere questi scopi". La ricerca pubblica
> francese, infine, sta investendo pesantemente nel campo degli Ogm e della
> gnomica vegetale per garantire alla Francia un ruolo di primo piano nel
> mercato agricolo del prossimo futuro. Vale la pena di notare che tanto la
> Germania quanto la Francia in sede comunitaria hanno assunto posizioni di
> estrema cautela per quanto riguarda la commercializzazione di prodotti
> transgenici in campo agroalimentare, non diversamente da quanto ha fatto
> l'Italia. Ciononostante, non intendono porre vincoli pregiudiziali alla
> ricerca come invece intende fare il MiPAF in Italia, e anzi stanno
> promuovendo con grande impegno la ricerca in questo settore di importanza
> strategica. La comunità scientifica italiana non può accettare questi
> attacchi intimidatori, ovvero che alcune metodiche scientifiche siano
> giudicate pericolose o irrilevanti sulla base di pregiudizi ideologici.
> Questo appello è rivolto alle Istituzioni e alla Società Civile perché
> vengano ristabilite quelle condizioni nelle quali soltanto può fiorire la
> libertà di ricerca, uno dei cardini irrinunciabili di una società
> emancipata e moderna."
>
> I primi firmatari:
>
> Roberto Defez, IIGB-CNR, Napoli;
> Angelo Spena, Università di Verona;
> Edoardo Boncinelli, San Raffaele, Milano;
> Riccardo Cortese, Presidente FISV;
> Pablo Amati, Università di Roma;
> Silvio Garattini, Istituto Mario Negri, Milano;
> Luigi Lania, Università di Napoli;
> Paolo Costantino, Università di Roma;
> Enrico Bellone, Direttore di "Le Scienze";
> Francesco Sala, Università di Milano;
> Andrea Cavallero, Università di Torino;
> Chris Bowler, Stazione Zoologica, Napoli;
> Antonio De Flora, Direttore PF Biotecnologie del CNR, Genova;
> Angelo Vescovi, ricercatore di cellule staminali, Milano;
> Andrea Ballabio, TIGEM, Milano-Napoli;
> Tullio Regge, fisico;
> Carlo Alberto Redi, Laboratorio di Biologia dello Sviluppo,Università di
> Pavia;
> Francesco Salvatore, Facolta' di Medicina, Napoli;
> Renato Dulbecco, Premio Nobel
>
> Prof. Giorgio Cerichelli
> Ordinario di Chimica Organica
> Universita' dell'Aquila
> Dip. Chimica Ingegneria Chimica e Materiali
> Via Vetoio Coppito II
> 67010 AQ ITALY
> Tel ++39 0862 433784  fax ++39 0862 433753
> e-mail: cerichel@univaq.it
> e-mail: giorgio.cerichelli@aquila.infn.it
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