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 Carissimo Carlo, 
           innanzi tutto complimenti sia per i tuoi articoli sia per il tuo
          impegno politico.
         
          Sono uno studente universitario di ingegneria e mi piace moltissimo
          cercare di comprendere gli scenari economici e politici che muovono
          questo mondo.
         
          Per questo mi entusiasmano sempre i tuoi articoli.
         
          Se tu avessi il tempo di leggermi e rispondermi, vorrei farti una
          domanda un po' "tecnica":
         
          qual'è il motivo per cui è così importante che una moneta valga più
          di un altra?
         
           - ti faccio un esempio : è sicuramente importante che il
          dollaro non cresca troppo poichè a esso è legato il prezzo del
          greggio; contemporaneamente, se ciò accade, noi guadagnamo
          competitività con gli USA (o no?)
         
           nel caso marcotedesco-liraitaliana non dovremmo essere noi
          avvantaggiati?
         
          Una volta hai detto (sul Giornale) che la bilancia commerciale
          americana è in passivo con l'Europa ma che gli USA riescono a colmare
          questo gap con valutazioni azionarie !?!
         
          Vuol dire che loro vendono azioni e ci comprano i nostri prodotti in
          cambio? - avere una moneta forte significa muoversi in questa
          direzione? - quando l'economia Usa cresce troppo, il governo
          interviene alzando i tassi e, apparentemente, sembra voler
          rallentare questa crescita: mi sembra quasi che abbiano trovato il
          modo di fare lavorare di più gli altri paesi che dipendono da loro
          (cioè praticamente tutti nella realtà) piuttosto che gli americani,
          è questo l'obiettivo di una moneta più forte e di una politica
          "imperialista" ? se è così, è davvero possibile che ciò
          possa protrarsi per lungo tempo?
         
          Se mi risponderai o mi segnalerai dove posso aprofondire un tema così
          particolare, te ne sarò grato.
         
          salutoni, massimo
         
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