| Vi faccio vedere io come non muore un'italiana
 
 Innanzitutto, di rigore, devi scrivere per un giornale di ultra ultra
 sinistra oppure devi fare un lavoro di volontariato radical chic.  Poi ti
 fai mandare nei punti più caldi del globo, dove ci sono guerre e dove
 sparano, preferibilmente tanto.  Una volta sul campo rompi ogni regola
 locale e del buon senso, trattenendoti troppo a lungo nei luoghi 
      pericolosi
 o facendo feste poco opportune.  Tanto te lo puoi permettere perché stai
 dalla parte giusta, dalla parte dei resistenti, contro la guerra per
 principio, e soprattutto contro gli americani a priori.
 
 Quando ti sequestrano, a causa della tua imprudenza, ti rendi conto che
 questa è la tua grande occasione.  Fingi la parte della preda.  Lasci che 
      i
 tuoi sequestratori diventino i tuoi registi e sul loro palcoscenico fai 
      una
 performance da Oscar così convincente che diventi famosa e un'intera
 nazione, persuasa dalla tua finzione, va in piazza per salvarti.  Vedendo
 le piazze piene e il tuo viso sulle magliette dei calciatori, i tuoi
 registi si rendono conto di aver fatto loro il vero gol, di aver puntato
 bene la loro scommessa, di aver investito bene e nel mercato
 giusto.  Quello degli italiani, quello delle femmine, poi!  La tua
 esibizione vale un caché da star hollywoodiana.
 
 Al momento del tuo rilascio i tuoi sequestratori ti dicono qualcosa di
 strano, qualcosa sugli americani che non vogliono che tu esca viva
 dall'Iraq, alla quale notizia, però, tu dai poca importanza, non perché ti
 fidi degli americani, ma perché mica sei mitomane.  Tant'è vero che 
      neanche
 pensi a dirlo al tuo angelo custode.  Lui sicuramente non avrebbe creduto
 ad un complotto simile da parte degli americani, ma la notizie l'avrebbe
 certamente convinto dell'opportunità di prendere qualche precauzione in
 più.  Invece, tu, con la solita superficialità e trascuratezza, convinta
 della tua perenne immunità grazie al tuo stare dalla parte giusta,
 quest'informazione la tieni per te.  Ma non per sempre.
 
 Quando succede l'incidente che è, appunto, un incidente, tiri fuori il
 complotto, vomiti veleno contro gli americani che hanno sparato 400 colpi,
 racconti di aver raccolto grappoli e grappoli di proiettili nella 
      macchina,
 quando ne sono entranti al massimo 12.  Non racconti invece degli 
      americani
 che scoprono con sgomento di aver sparato sugli italiani.  Non fai nessuna
 menzione delle loro ripetute scuse col rimorso che gli blocca la
 gola.  Questa non è informazione che serve alla tua causa, quindi non
 esiste. Tanto lo sappiamo che la verità è una cosa relativa, e la tua è
 relativamente e postmodernamente molto più vera di qualunque altra verità.
 
 In ogni modo, la tua missione è stata compiuta.  Tu volevi aiutare quelli
 che stanno resistendo all'occupazione imperiale del loro Paese.  Pensavi 
      di
 farlo raccontando la loro storia attraverso i tuoi occhi,
 giornalisticamente poco oggettivi, ma tu sei una giornalista militante e
 quindi sei giustificata.  Invece gli hai dato una mano grossa come quella
 di Golia.  Non è vero che te ne freghi del riscatto.  Con il tuo
 sacrificio/prestazione che ha prodotto quel riscatto hai fornito ai
 resistenti i mezzi per armarsi fino ai denti, armi che potranno usare per
 uccidere i nostri soldati che stanno dalla parte sbagliata, dalla parte di
 quegli iracheni che non hanno nessun desiderio di resistere alla
 democratizzazione del loro Paese.  Poveri illusi schiavi degli
 imperialisti.  Sei tu, l'eroe, Giuliana.  Altroché Calipari o
 Quattrocchi.  Ci hai fatto vedere tu come non muore un'italiana!
 
 
 
 Sandra Giovanna Giacomazzi
 
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