| Egregio dr Pelanda,
 in relazione al suo odierno articolo sul Giornale mi permetto di
        obiettare quanto segue:
 
 non ci troviamo propriamente in guerra ma in balìa di organizzazioni
        stragiste dotate di mezzi enormi e di un bacino di Œutenza¹ amplissimo
        (un miliardo di musulmani).
 Lei può onestamente escludere che la successione dei fatti non sarà
        ineluttabilmente la seguente:
 1) attentati convenzionali (antipasto)
 2) attentati biochimici (primo piatto)
 3) attentati micronucleari (secondo piatto)
 4) attentati saturativi (frutta e dessert)   ?
 Penso proprio di no!
 Allora mi domando che vale discettare sui modi, tempi, eventualità di
        una convergenza tra Europa e USA.
 Gli USA sì possono pensare a difendersi, sono sufficientemente
        compatti. Gli Europei, espressione geografica di una realtà spirituale
        malata, dove un terzo dell¹elettorato progressista è amico dei nostri
        nemici, possono solo pensare a nascondersi e farsi dimenticare.
 Saranno altri possenti attori, per ora dietro le quinte, a decidere la
        lunga e terribile partita: penso agli Asiatici (Giappone, Cina ecc.) che
        sempre più diverranno la vera punta di lancia dell¹Occidente.
 
 Vorrei scrivere molto altro ma rispetto il suo tempo.
 Grato se mi vorrà rispondere, formulo distinti saluti.
 
 Carlo Tunisi
 
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