18/03/2004

Egregio Sig. Pelanda,
 Ottimo veramente il Suo  fondo sul GIORNALE odierno (Missione compromesso)
del quale ho apprezzato oltre a tutto il contenuto 4 parole nel terzultimo
rigo: "..ma siamo in guerra..."
 In tal senso, mi permetto allegarLe una mia lettera inviata l'altro ieri
al GIORNALE sul tema, appunto, "siamo in guerra". Sarà bene che i nostri
concittadini, così "distratti" da altre cose più importanti (!) tipo San
Remo, il Campionato di Calcio, il Grande Fratello, l'attacco a due punte e i
flirts delle veline, se ne rendano velocemente conto. Senza panico, ma
razionalmente sì.
 Cordialità vivissime.
 Lettore Sergio Fonzo


 Testo mia lettera:
 Caro Direttore,
Vedo, sul TIME, la foto dell'interno della Victoria Station nella
Metropolitana di Londra: un enorme poster sulle pareti, dal soffitto a
terra, con la scritta: "Terrorism. Who owns this bag? (by: Metropolitan
Police)". Ovvero "A chi appartiene questa borsa?",  un efficace invito ai
passeggeri a sorvegliare e segnalare alla polizia eventuali bagagli
abbandonati. Ottima iniziativa, da imitare dappertutto.
Che tuttavia mi ricorda una analoga iniziativa (anche se con altra
motivazione) del nostro governo in carica durante la 2^ Guerra Mondiale,
quando si viveva sotto l'incubo dei bombardamenti, quando c'era la tessera
annonaria, ecc. Grandi manifesti sui muri cittadini che recitavano:
"Ricordatevi che SIAMO IN GUERRA" .
Sarei dell'avviso che anche ADESSO, SUBITO, il nostro governo, senza
drammatizzare nè scatenare il panico ma realisticamente ed usando i nuvi
mezzi mediatici di informazione, rammentasse ai cittadini italiani così
"distratti" da tante altre cose futili, così pregni di fatalismo italico,
che SIAMO DI FATTO IN GUERRA, nella peggiore delle guerre mai immaginata,
non dichiarata dejure ma dichiarata ed attuata defacto (il che é anche
peggio). Nella 2^ Guerra Mondiale, perlomeno, quando suonava l'allarme aereo
si scappava nei rifugi; oggi non esiste allarme aereo, non eistono rifugi, e
(Madrid insegna) quando si esce di casa non si sa se ci si ritorna.  E se
questa non è GUERRA non saprei come chiamarla. Rendiamocene conto tutti, e
sarà meglio.